di Matteo Forciniti
Una prima azione di protesta è stata realizzata questa mattina, venerdì, presso la sede della cancelleria consolare a Montevideo. Un gruppo di cittadini ha consegnato tramite un referente una lettera alle autorità consolari per denunciare il problema della mancanza di turni per la cittadinanza, una situazione questa che è diventata una vera e propria emergenza come da tempo stiamo raccontando.
Kevin Barcelo, Mariana Piazza e Ana Laura Penino sono solo una piccola parte del gruppo dei cittadini che si sta organizzando per portare avanti varie azioni al riguardo. Hanno iniziato a parlare su Facebook e poi sono passati su WhatsApp per entrare in azione. Tra di loro c'è un mix di frustrazione, rabbia e impotenza ma anche solidarietà per cercare insieme una via d'uscita.
"Sono stato ricevuto cordialmente da un funzionario a cui ho lasciato la nostra lettera. Nel gruppo siamo una ventina anche se siamo certi che ci sono tantissime persone che si trovano nella nostra stessa situazione" ha raccontato Kevin riunito insieme alle altre due persone all'uscita della cancelleria nella calle Cardona in una tranquilla mattinata estiva. "Hanno detto che in questo momento stanno dando 60 appuntamenti al giorno ma noi siamo in tanti, qui la gente si è stancata di aspettare, ieri per esempio la pagina era sempre bloccata, ormai non si capisce più niente. Adesso vedremo se arriverà una risposta formale e se ci saranno miglioramenti altrimenti ritorneremo qui un'altra volta a protestare e a chiedere di far rispettare il nostro diritto che attualmente ci viene negato. Questo è stato il primo passo, vogliamo essere ascoltati".
In base alle esperienze raccolte in questo gruppo, nel %75 dei casi per ottenere un appuntamento bisogna aspettare tra i due e i tre anni anche se l'attesa in alcuni casi può essere più alta. Tanti progetti di vita restano così sospesi in un limbo: trasferimenti di intere famiglie oppure un viaggio. L'Italia da queste parti non offre più certezze.
La domanda che qui tutti si fanno è una sola: "Come fanno gli intermediari, che si fanno pagare centinaia di dollari, a ottenere un turno quando per tutti gli altri è impossibile? Come fanno a riuscirci queste persone nonostante offrano un servizio illegale?".
"La realtà" -questa l'amara sentenza- "è che per la burocrazia politica italiana noi del Sud America non esistiamo e forse diamo anche fastidio. C'è una chiara volontà per ostacolarci, eppure ci si dovrebbe ricordare un po' dei nostri antenati, quegli italiani che vennero qui senza niente a cui vennero aperte le porte per costruirsi una nuova vita come qualcuno di noi oggi vorrebbe fare ma gli viene impedito dato che per noi le porte sono sempre chiuse". L'altra amara conclusione riguarda la nuova sede della cancelleria costata all'incirca due milioni di dollari che secondo il racconto ufficiale dei politici e dei diplomatici avrebbe dovuto risolvere magicamente tutti i problemi: "È stata un'opera inutile servita solo di facciata perché non ha migliorato niente. La mancanza di turni continua a preoccupare come prima ma noi adesso ci siamo stancati".