Gente d'Italia

GIORNO DEL RICORDO, 10 FEBBRAIO 2023

 

 

 

 Il GIORNO del RICORDO è una solennità civile nazionale  italiana, indetta nel 2004 per ricordare le vittime dei massacri delle Foibe e l'Esodo Giuliano Dalmata, la violenza e le uccisione avvenute in Istria, Fiume e Dalmazia tra il 1943 e 1947.  

Breve inquadramento storico - Venezia Giulia nella Seconda Guerra Mondiale

1941:  Aggressione nazifascista alla Jugoslavia e occupazione italiana della provincia di Lubiana, dalla Dalmazia e del Montenegro.

1943 - 1944:  ARMISTIZIO dell'Italia l'8 settembre 1943,la Venezia Giulia e parte del Veneto   passarono sotto la diretta ammistrazione della Germania nazista   OperationszoneAdriatisches Küstenland‘, Zona di Operazione ‘Litorale Adriatico’ (OZAK).

1945:  Disfatta tedesca, la Venezia Giulia fu occupata dalla Jugoslavia , che dal 1º maggio 1945 alla mettà di giugno occupò anche  la città di Trieste. Durante l‘occupazione dela Regione  la violenza dei nazionalisti iugoslavi si abbattè sulla popolazione civile, causando migliaia di vittime.

1947:  10 febbraio 1947, Tratatto di Pace di Parigi. Trieste e parte dell’Istria divenero  Territorio Libero di Trieste (TLT)  sotto il controllo delle Nazione Unite. Successivamente il T.L.T.fu diviso in due zone: Zona A, passò sotto un governo militare alleato e la Zona B, sotto l'amministrazione militare iugoslava.

PERCHÈ IL 10 FEBBRAIO È IL GIORNO DEL RICORDO?

La data è stata scelta, proprio perchè il 10 febbraio 1947 fu firmato il Trattato di Pace a Parigi con il quale venne sancita la cessione alla Juvoslavia la zona B, le  province di Pola, di Fiume, di Zara e di gran parte delle province di Gorizia e di Trieste. I territori in questione  erano stati assegnati al Regno d’'Italia dopo la Prima Guerra Mondiale, mentre la Dalmazia fu occupata a seguito dell'invasione della  Jugoslavia nel 1941.-

 Giá con la precedente occupazione militare  di questi territori  dalla Jugoslavia, ebbe inizio una rappresaglia f rroce che colpì tantissimi cittadini italiani retenuti colpevoli di aver vissuto sotto il regime fascista. Fino a configurare una vera “pulizia etnica”: prigionia, campi di lavoro forzato, morte nelle foibe, tanti italiani scomparsi, cui portò fra 5.000 e le 8000 uccisioni secondo una stima ancora approssimativa.  Tantissimi riuscirono a fuggire o diventarono esuli e conformarono un Esodo di massa vero e proprio che coinvolse tra 250mila e 300mila persone tra il 1945 ed il 1956.-

COSA  SONO  LE  FOIBE?   

Sono burroni  naturali e caverne verticali, voragini rocciose a forma di imbuto rovesciato, presenti nella Venezia Giulia. Veri e propri inghiottitoi naturali  delle zone carsiche: la cavità si restringe scendendo in profondità, poi si allarga in fondo in un bacino.

PERCHÈ RICORDARE?

   Le vicende del Novecento sono prodotto delle ideologie totalitarie fondate sui miti dell'etnia superiore e di quella inferiore. La pulizia etnica subita dagli Italiani nella Venezia Giulia e nellaDalmazia fu frutto dei nazionalismi esasperati che cercavano l'eliminazione o l'espulsione di coloro che formavano parte dell'etnia inferiore o di una minoranza circostanziale, dal territorio dello Stato totalitario.  

    Certamente bisogna guardare al futuro e non restare prigionieri del passato, ma ricordare un tempo feroce della storia recente ci obbliga ad essere attenti per non far parte delle ideologie che cercano di eliminare quello diverso e ci obbliga a lavorare senza sosta per propagare il senso di massima collaborazione tra i popoli e le persone.  

Bisogna  anche Ricordare che gli Esuli soffrono una dolorosa assurdità:

SONO  STRANIERI DOVE SONO NATI.

         In questa Solennità Civile le Bandiere Italiana e d Europea vanno esposte a mezz¡’asta negli  edifici pubblici in Italia e nelle Rappresentanze Diplomatiche all’estero.

                              CIRCOLO GIULIANO DELL’URUGUAY

Istituzione del “Giorno del ricordo”

La Legge 92/2004 ha fissato nella giornata del 10 febbraio il “Giorno del ricordo”, quale solennità civile in memoria di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e delle vicende del confine orientale.

La Legge prevede iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado e favorisce la realizzazione, da parte di istituzioni ed enti, di studi, convegni, incontri e dibattiti per perpetuarne la memoria.

Tali iniziative sono, inoltre, volte a valorizzare il patrimonio culturale, storico, letterario e artistico degli Italiani dell’Istria, di Fiume e delle coste dalmate, in particolare ponendo in rilievo il contributo degli stessi, negli anni trascorsi e negli anni presenti, allo sviluppo sociale e culturale del territorio della costa nord-orientale adriatica ed altresì a preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate residenti nel territorio nazionale e all’estero.

Il “Giorno del Ricordo” è considerato solennità civile in base alla     sopraccitata L. 260/1949; tuttavia non si determinano gli effetti civili della riduzione dell’orario di lavoro degli uffici pubblici o per le scuole come specificato negli artt. 2 e 3 della L. 54/1977.

Viene inoltre concesso un riconoscimento a titolo onorifico ai        congiunti di coloro che, dall’8 settembre 1943 al 10 febbraio 1947 in    Istria, in Dalmazia o nelle province dell’attuale confine orientale, sono stati soppressi e infoibati.

Agli infoibati sono assimilati, a tutti gli effetti, gli scomparsi e quanti, nello stesso periodo e nelle stesse zone, sono stati soppressi mediante annegamento, fucilazione, massacro, attentato, in qualsiasi modo perpetrati.

Il riconoscimento può essere concesso anche ai congiunti dei cittadini Italiani che persero la vita dopo il 10 febbraio 1947, ed entro l’anno 1950, qualora la morte sia sopravvenuta in conseguenza di torture,   deportazione e prigionia, con esclusione di coloro che sono morti in combattimento o sono stati soppressi mentre facevano volontariamente parte di formazioni non a servizio dell’Italia.

Il riconoscimento, che consiste in una insegna metallica con relativo diploma a firma del Presidente della Repubblica, viene consegnato  annualmente con cerimonia collettiva.

 

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