DI James Hansen
Secondo l'Office of National Statistics - l’Istat britannico—nel 2021 il tasso di nascite "illegittime" in Inghilterra e in Galles ha toccato il 51,3%, superando la maggioranza per la prima volta da quando sono iniziate le registrazioni nel Regno Unito, nel 1845. Il fatto non ha suscitato particolare stupore, per quanto la BBC, forse trovando "disdicevole" la notizia, pare abbia trascurato di riferirla al pubblico.
Il dato può sembrare sorprendente, anche se non dovrebbe: è tutt’altro che un record. I campioni europei della "bastardìgia" sono i francesi, che hanno da tempo superato il 60%. Comunque, già nel 2016 l'Eurostat aveva riferito che nell'Unione Europea il tasso di nascite ‘fuori dal vincolo matrimoniale’ avrebbe collettivamente superato il 43%. Oltre alla Francia, secondo quanto riportano dati del 2018, i paesi europei ad avere preceduto gli inglesi al ‘traguardo’ sono: Bulgaria e Slovenia (entrambe al 59%), Estonia (56%), Svezia (55%), Danimarca (54%), Portogallo (53%) e Paesi Bassi (50%).
L’Italia dovrebbe avere raggiunto, secondo i dati Istat più recenti, un tasso di ‘illegittimità’ del 34%. Nel 1960, nel Belpaese non si andava oltre il 2,2%. All’estremità opposta della classifica ci sono la Grecia, la Croazia, la Lituania e la Polonia, dove ancora il 70% delle nascite avviene all’interno del matrimonio.
Non è una rivoluzione da poco. C’entrerà il declino del ruolo della Chiesa, ma solo fino a un certo punto. Anche lo Stato da tempo ufficializza le unioni matrimoniali con il rito civile, ed entrambe le istituzioni in qualche modo ‘legittimavano’ implicitamente la prole che ne risultava.
Comunque, Stato o Chiesa che sia, certificare l’avvenuta formazione di una coppia di genitori parrebbe oggi avere soprattutto il carattere di una sorta di adempimento amministrativo—la ‘procedura materiale’ per generare un figlio è perlopiù la stessa indipendentemente dallo stato civile dei partecipanti...
Ora, non è per niente chiaro perché una tradizione millenaria dovrebbe cambiare così radicalmente in poche decine di anni. È però interessante e indicativo il fatto che l’utilizzo quotidiano della lingua in pratica non ammetta più l’impiego della parola ‘bastardo’ per indicare un figlio il cui unico peccato sia quello di essere nato da due genitori non sposati.
La comune dicitura per tale condizione—quando per qualche motivo bisogna farci caso—parrebbe essere oggi ‘figlio naturale’. Ciò lascia però un curioso quesito linguistico: allora, il figlio nato all’interno del matrimonio è invece ‘innaturale’? Pare comunque destinato a diventare sempre più raro.