Franco Esposito
La truffa è milionaria. A danni di chi? Manca, a dirlo, della Asl. Dove e come è stata consumata? A Napoli, e non penso che potessero esserci dubbi. Un fiume di denaro è uscito dalle casse dell'Asl Napoli Uno. Il modo viene ritenuto decisamente sospetto dalla Procura di Napoli, Effetti e conseguenze? Tre impiegati sono finiti sotto inchiesta, sospettati di "prestazioni fantasma e giro di fatture false". Due i filoni su cui è al lavoro la Procura. Sedici gli indagati, si sarebbero serviti del bug segreto.
Ordini di pagamento per "prestazioni occasionali", e non solo. Lavori fantasma e soldi veri fatti arrivare nella mani di manager di due ditte compiacenti. Il bug informatico consentiva di dribblare i sistemi di controllo interni alla più importante azienda sanitaria della Campania. L'inchiesta prende le mosse dalla denuncia interna del manager della Asl Uno, Ciro Verdoliva. Il manager ha anche provveduto, in un secondo momento, a integrarla con gli esiti del lavoro istruttorio interno.
Al termine della fase investigativa, la Guardia di Finanza è riuscita a scoprire i retroscena dell'assalto alla casse della Asl Napoli Uno. Doverosa premessa – tutti i soggetti coinvolti potranno replicare alle accuse e dimostrare la correttezza della propria condotta e vanno pertanto ritenuti innocenti fino a prova contraria – consente di ripercorrere il lavoro investigativo. É il caso che investe uno degli indagati, il dipendente Renato Scognamiglio, chiamato a rispondere a tredici casi di pagamento per ditte che "non sarebbero mai intervenute a svolgere i lavori indicati".
I nomi degli indagati e il modo in cui avrebbero operato vengono a galla dalla discovery dell'inchiesta affidata al pubblico ministero Danilo De Simone. Il quale ha chiesto e ottenuto il sequestro di tre milioni e mezzo di euro. L'inchiesta è solo alle battute iniziali. La lettura del decreto di sequestro firmato dal gip Valentina Giovanniello racconta di "una truffa ai danni dello Stato e di verifiche su tre dipendenti della Asl Uno, in relazione a due filoni d'indagine". Il primo riguarda "gli ordini di pagamento veri per lavori fantasma, mai effettuati", indirizzati ad aziende ritenute compiacenti.
Il secondo filone interessa "gli ordini di pagamento per prestazioni occasionali, grazie ad un bug inserito nel sistema informatico della Asl". Si parla, per lo più, di manutenzione edilizia o degli impianti antincendio nei principali ospedali cittadini. Opere ritenute di comodo, posticce, mai realizzate.
Le carte depositate dal pm Danilo De Simone lasciano intendere, chiaramente, che si tratta di lavori al disotto di 15 mila euro "con modalità d'urgenza, senza una gara pubblica". Secondo il gip Valentina Giovanniello, "tutti gli ordini di acquisto sono disposti e inseriti nel sistema informatico , anche nei periodi di assenza per malattia, tra il 2000 e il 2022".
Il principale attore della truffa sarebbe il geometra Renato Scognamiglio, "nel duplice anomalo ruolo di Rup e direttore dei lavori". Sostengono gli inquirenti "le società che avrebbero apparentemente effettuato i lavori si sarebbero limitate a produrre fatture false".
Il marchingegno delinquenziale posto in essere anche grazie ad altri intermediari. Le società avrebbero intascato commesse da svariate centinaia di migliaia di euro.
Il secondo filone d'indagine vede coinvolti due dipendenti. Carmine Lungo e Claudio Villone: avrebbero posto in essere "una differente frode". Di quale tipo? Svolgendo una azione "sulla generazione dei mandati di pagamento, verosimilmente attraverso lo sfruttamento di un bug nel sistema informatico, con la creazione di numerosi mandati di pagamento nell'ultimo biennio".
Mandati per prestazioni chiaramente occasionali, aventi come oggetto "acquisti di servizi sanitari per assistenza specialistica e ambulatoriale da privati". I soldi venivano spostati appunto attraverso il bug informatico. Scrive ancora il gip: "alla voce conto tesoriere è indicato un numero 999999999999". Dodici volte 9. "Il segno chiaro evidente, che i due dipendenti erano a conoscenza delle modalità con le quali era possibile aggirare eventuali controlli informatici automatici sui mandati finanziariamente creati".
Come dire, sapevano e andavano quindi sul sicuro, i truffatori di professione provvisti di marcia fantasia napoletana.