di Michele Schiavone
TÄGERWILEN - La rappresentanza delle comunità degli italiani all'estero si configura attraverso elezioni dirette o di secondo grado, che concorrono a definire parte dell'ordinamento costituzionale italiano costituito anche dai Com.It.Es, dal CGIE e dagli attuali 12 parlamentari eletti nella circoscrizione estero.
Col tempo i livelli della rappresentanza dei nostri connazionali si sono determinati con l'istituzione dei Comitati degli Italiani all'Estero (Com.It.Es.), organismi territoriali costituiti all'interno delle circoscrizioni consolari con una consistenza numerica di almeno tremila cittadini iscritti all'AIRE, il cui numero oggi registra 118 sedi distribuite in tutti i continenti. Il mandato di questi organismi dura cinque anni e sono stati rinnovati nel mese di dicembre del 2021.
Quelle elezioni hanno determinato, nel mese di aprile del 2022, il conseguente rinnovo della parte elettiva del Consiglio Generale degli Italiani all'Estero (CGIE), consistente in quarantatré consiglieri eletti in secondo grado in rappresentanza di diciassette paesi nei quali più consistente è la presenza demografica dei cittadini iscritti all'AIRE. Il CGIE è l'organismo intermedio posto nel ruolo di cerniera tra la rappresentanza territoriale e quella parlamentare. Fino al 2006, quando gli italiani all'estero per la prima volta sono stati chiamati a eleggere i propri rappresentanti nella Camera dei Deputati e nel Senato della Repubblica, il CGIE ha svolto e continua ad esercitare la funzione di parlamentino delle comunità italiane all'estero, il cui presidente è il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, che nell'attuale Governo svolge anche il ruolo di Vicepresidente del Consiglio dei Ministri. La sua durata è ugualmente di cinque anni.
Si richiama l'attenzione sullo stato in cui da oltre un anno è relegata la funzionalità del CGIE, chiamato a svolgere esclusivamente attività di ordinaria amministrazione limitata a compiere atti urgenti e indifferibili.
In pratica il CGIE è bloccato e relegato all'apparente presenza vegetativa.
Ragion per cui si sollecita il Governo a provvedere rapidamente alla decretazione dei 20 Consiglieri di nomina governativa che andranno a completare l'organismo, condizione necessaria per convocare l'Assemblea istitutiva e per avviare la nuova consiliatura.
Riportare alla normalità il funzionamento del CGIE è un atto dovuto e necessario per completare la rappresentanza degli italiani all'estero, nel rispetto della durata complessiva dell'organismo. Fermo restando la situazione attuale il nuovo Governo e quello che l'ha preceduto risultano inadempienti, per cui si configurerebbero le condizioni per invocare l'omissione di atti d'ufficio.
Col tempo i livelli della rappresentanza dei nostri connazionali si sono determinati con l'istituzione dei Comitati degli Italiani all'Estero (Com.It.Es.), organismi territoriali costituiti all'interno delle circoscrizioni consolari con una consistenza numerica di almeno tremila cittadini iscritti all'AIRE, il cui numero oggi registra 118 sedi distribuite in tutti i continenti. Il mandato di questi organismi dura cinque anni e sono stati rinnovati nel mese di dicembre del 2021.
Quelle elezioni hanno determinato, nel mese di aprile del 2022, il conseguente rinnovo della parte elettiva del Consiglio Generale degli Italiani all'Estero (CGIE), consistente in quarantatré consiglieri eletti in secondo grado in rappresentanza di diciassette paesi nei quali più consistente è la presenza demografica dei cittadini iscritti all'AIRE. Il CGIE è l'organismo intermedio posto nel ruolo di cerniera tra la rappresentanza territoriale e quella parlamentare. Fino al 2006, quando gli italiani all'estero per la prima volta sono stati chiamati a eleggere i propri rappresentanti nella Camera dei Deputati e nel Senato della Repubblica, il CGIE ha svolto e continua ad esercitare la funzione di parlamentino delle comunità italiane all'estero, il cui presidente è il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, che nell'attuale Governo svolge anche il ruolo di Vicepresidente del Consiglio dei Ministri. La sua durata è ugualmente di cinque anni.
Si richiama l'attenzione sullo stato in cui da oltre un anno è relegata la funzionalità del CGIE, chiamato a svolgere esclusivamente attività di ordinaria amministrazione limitata a compiere atti urgenti e indifferibili.
In pratica il CGIE è bloccato e relegato all'apparente presenza vegetativa.
Ragion per cui si sollecita il Governo a provvedere rapidamente alla decretazione dei 20 Consiglieri di nomina governativa che andranno a completare l'organismo, condizione necessaria per convocare l'Assemblea istitutiva e per avviare la nuova consiliatura.
Riportare alla normalità il funzionamento del CGIE è un atto dovuto e necessario per completare la rappresentanza degli italiani all'estero, nel rispetto della durata complessiva dell'organismo. Fermo restando la situazione attuale il nuovo Governo e quello che l'ha preceduto risultano inadempienti, per cui si configurerebbero le condizioni per invocare l'omissione di atti d'ufficio.
(Michele Schiavone, segretario generale uscente Cgie)