di Matteo Forciniti
Di fronte all'emergenza delle cittadinanze negate, di fronte ai problemi di una collettività in crisi, la grande priorità in Uruguay oggi continua ad essere la propaganda: nel 2022 l'Ambasciata italiana di Montevideo ha speso infatti più di 7mila dollari per rifarsi l'immagine come apprendiamo da un documento ufficiale che abbiamo visionato.
"Tenenuto conto dell'interesse pubblico sotteso al perseguimento del mandato istituzionale della sede, si rende necessario contare con un servizio di comunicazione strategica, diffusione e stampa di cinque eventi di promozione dell'immagine dell'Italia in Uruguay che si terranno nel 2022" si legge nel documento firmato il 18 marzo del 2022 e che ha come responsabile del procedimento il primo segretario Alberto Amadei con l'autorizzazione dall'ambasciatore Giovanni Iannuzzi. Per questo lavoro è stata scelta l'agenzia Pipa che proprio lo scorso anno, come avevamo raccontato, ingannava le persone facendosi passare per l'Ambasciata nell'invio massivo di mail che ci raccontavano quanto sono bravi a fare le cose.
Il costo di questo servizio è stato di 6 mila dollari anche se, aggiungendoci l'IVA, arriviamo a una spesa totale che dovrebbe aggirarsi sui 7.320 dollari nonostante l'esistenza di un servizio stampa ufficiale da parte del Ministero degli Esteri che dovrebbe occuparsi di queste cose.
In linea con quanto fatto in passato, quindi, l'Ambasciata di Montevideo conferma il fatto di essersi trasformata in una qualsiasi azienda molto attenta alla cura di un'immagine fortemente compromessa per diversi motivi. Ma qual è "l'interesse pubblico" che bisogna tutelare? Si tratta di promozione dell'immagine di una nazione oppure solo del desiderio di qualcuno di farsi pubblicità? E poi ancora: cosa giova di più all'immagine dell'Italia in Uruguay, qualche evento esclusivo oppure dei servizi consolari efficienti e rapidi contro le lunghe attese attualmnte esistenti?
Mentre il marketing trionfa oggi ci sono tantissimi uruguaiani a cui viene negato il diritto di cittadinaza per la mancanza di apputamenti che questa ambasciata ha inaspettatamente chiuso: non dovrebbero essere queste le priorità di una sede considerato anche che per costruire la nuova sede sono stati sborsati quasi due milioni di dollari?
La buona notizia è che rispetto al 2021 la comunicazione istituzionale dell'Italia in Uruguay è costata all'incirca la metà dato che in passato si era arrivati addirittura alla cifra di 15.494 dollari. Ovviamente, il panorama allora era molto diverso e l'esigenza di rifarsi il look era dettata anche e soprattutto dal polverone mediatico che si era scatenato con il caso Ventre, l'italiano morto in circostanze misteriose il primo gennaio del 2021 dopo aver scavalcato il cancello dell'Ambasciata.
C'è poi un'altra considerazione fondamentale che merita di essere fatta per inquadrare bene il panorama in cui ci troviamo: perché l'Ambasciata negli ultimi due anni ha preferito pagare un'agenzia di comunicazione per quasi 23mila dollari dimenticando invece uno dei pochissimi quotidiani all'estero rimasti attivi che ha sede proprio in Uruguay e che ha sempre dato spazio -gratuitamente- a tutti i comunicati ufficiali?