di Alessandro Camilli
Saranno anche e di certo atti e doveri di ufficio quelli con cui la Procura di Imperia ha aperto fascicolo di indagine per "danneggiamenti" sul palco Teatro Ariston Sanremo. Probabilmente, a regola formale da rispettare, quei magistrati non avevano altra procedura da seguire. Ma noi, noi tutti, davvero non si ha altra strada? Sia consentito ad un profano cittadino, profano di Procedura e Codice civile, domandare: quanto il "danneggiamento" ai vasi di rose sul palco? Mille, duemila euro? E quanto costerebbe l'eventuale processo: dieci, cento, mille volte di più? Ma non solo il calcolo della inopportunamente vituperata "serva". Anche il bilancio della serietà langue. Indagare Blanco o chiunque altro fosse stato perché ha preso a calci vasi di rose? La Giustizia che va per rose appare ad un profano più fatua di chi va per farfalle. Blanco ha rotto un po' di vasi? Se la vedano, se già non l'hanno fatto, lui, la Rai e gli organizzatori del Festival. O tra un po' si apriranno "fascicoli" su chi non ha spento la luce in camerino o rovesciato la bottiglia d'acqua minerale?
Qualcuno, qualcuno in associazione e sigla ha denunciato il "danneggiamento" di bene pubblico perpetrato da Blanco. Chi è meglio non dire, altrimenti magari altro "fascicolo". Ma indovinare è facile: da tempo svolge con alacre dedizione il ruolo di prezzemolo in ogni minestra della cronaca quotidiana. E altra denuncia è partita a proposito di Sanremo. Stavolta da altra associazione, denominata Pro Vita. Denuncia per "atti osceni" a danno di Fedez e Rosa Chemical. In effetti tra i due scenetta volgare e soprattutto ipocrita: simulare repressione di Stato, Sistema e Regime dell'omosessualità nel luogo e nel momento in cui se ne celebra la libera e festosa circolazione. Volgarissima recita quella di Rosa Chemical che va a strusciarsi il sedere in grembo a Fedez. Ma...atti osceni? E maleducazione molesta quella di Blanco che scalcia rose e vasi. Ma...danneggiamento?
Un brutto vizio e vezzo: il ci vediamo in Tribunale
Forse tutti sanno e forse no che la nostra società civile ama il farsi causa, lo ama da impazzire. Ricorriamo alla denuncia, al giudice e al Tribunale, se ci arriviamo, con tutta la frequenza possibile. Perché facciamo così è la risultante di molti fattori. Il non ti pago, fammi causa. Il ti faccio causa per rancore rafforzato dalla prossimità (nessuno si fa più causa al mondo dei condomini). E la confusione e la sovrapposizione, totali quanto nefaste, della cosa politica con quella giudiziaria. L'idea che sentenza siano l'esito e la garanzia dell'azione politica, l'idea che il "giusto" nella società coincida con l'amministrazione della Giustizia penale e/o civile. Ma qui si sta offrendo interpretazione e consistenza ed etimologia troppo raffinata del vizio e vezzo del ti denuncio e ci vediamo in Tribunale. Gli eventuali (e assai improbabili) processi a Blanco per strage di rose a a Fedez e Rosa Chemical per strusciamento in pubblico sarebbero solo un prolungamento, comico e promozionale, del Festival e dei suoi protagonisti.