Franco Esposito
Tempi mai sufficientemente maledetti, questi. Tempi di esodi, vanno via quasi tutti. Rinunciano al posto acquisito attraverso un concorso e si trasferiscono. Emigrano, e l'andamento già disegna con chiarezza il nuovo fenomeno. Fanno flop i concorsi, i vincitori lasciano perdere. Il record è al Nord. "Due candidati su dieci rifiutano il posto dopo averlo ottenuto. Si arriva addirittura a quota 80% per i profili professionali più elevati".
Decisamente negativo, il brutto andazzo è presente anche nella Sanità. Ogni anno vanno via mille medici, rinunciano, e "non solo per lo stipendio". Preoccupa e non poco la fuga dall'Italia, nel segno che altrove i medici italiani incontrano "esperienze più gratificanti".
Il Regno Unito era la meta più ambita, prima della Brexit; ora prevalgono l'idea e il richiamo della Francia. La realtà è molto semplice: in Italia i medici sono sottopagati e vivono in compagnia dell'incubo dell'aggressione. Si lamentano soprattutto i giovani medici. Oltre confine lavorano già in quindicimila. Godono di benefit e del posto garantito.
Il fenomeno delle migrazioni dei vincitori di concorso è sottostimato, Ridotti all'osso, gli enti pubblici finiscono a litigare gli stessi candidati. Il numero complessivo dei dipendenti della Pubblica amministrazione è a quota 3,2 milioni. Il calo ha superato ll'8% in dieci anni.
Secondo i dati Unioncamere-Anpal, la Pubblica amministrazione è tenuta ad assumere 741mila persone entro il 2025. Cinquant'anni è l'età media dei dipendenti pubblici. Il 55% a più di 55 anni, a fronte del 37,3% del totale degli occupati; solo il 4,2% ha meno di 30 anni.
Detto del quadro, è doveroso passare al resto. Là dove si evidenzia appunto il flop dei concorsi, complici i nodi del Recovery. Il governo è impegnato nella cucitura delle toppe. Il decreto approvato nei giorni scorsi semplifica infatti "la procedura per accelerare l'attuazione del Pnr". Il piano di ripresa all'insegna della resilienza. Il provvedimento contiene alcuni commi, destinati a "convincere i neo assunti nei ministeri a non abbandonare il proprio posto".
Nelle amministrazioni ci sono 800 esperti con contratti a termine legati al Pnrr e 2.800 chiamati ad aiutare le amministrazioni del Sud a "spendere bene e velocemente i fondi della coesione territoriale". Il governo ha intanto provveduto ad aprire alle assunzioni a tempo indeterminato senza dover passare necessariamente per il concorso pubblico.
Il posto diventerà fisso al termine di quindici mesi di lavoro ininterrotto. I profili ricercati per il Pnr sono decisamente specialistici: economico, giuridico, informatico, statistico, ingegneristico, ingegneristico-gestionale, statistico-matematico. La sede di lavoro è Roma, per tutti.
Superate la selezioni, 400 degli 800 esperti si sono tirati indietro. Hanno rinunciato. Quindi, non tutti hanno accettato il posto. Identica percentuale di rinunce ha registrato l'altro concorso, quello della Coesione.
Gran parte dei rinunciatari aveva partecipato ad altre selezioni, Da qui la scelta del posto fisso in un'altra amministrazione, piuttosto che un contratto a tempo legato al Pnrr.
É il segnale della guerra in corso tra le amministrazioni dello Stato ad accaparrarsi gli specialisti. Un vero e proprio problema. Soprattutto in vista della campagna che prevede quest'anno 156mila assunzioni. Secondo i dati della relazione Formez, nel 2021 la percentuale dei posti messi a concorso è stata del 20%. Il dato diventa preoccupante quando si vanno a calcolare le percentuali di scoperture in base ai profili ricercati.
La Pubblica amministrazione non incontra alcun tipo di problema quando necessita di un assistente sociale. Sotto questo aspetto, i posti sono tutti coperti. Altro è il discorso, di tono e musica completamente diversi, se si cerca un ingegnere o un architetto. L'80% dei posti rimane sguarnito.
Il deficit riguarda anche i profili giuridici-amministrativi. Il tasso di mancata copertura è cresciuto a dismisura, fino a raggiungere il 15%. Le amministrazioni provano a correre ai ripari e lo fanno senza concedersi attimi di sosta. L'Agenzia delle entrate, per dirne una, nei prossimi mesi lancerà un concorso per 2.500 funzionari di vari profili. Finora, per l'assunzione nell'amministrazione fiscale , è stato sempre richiesto un "tirocinio obbligatorio di un anno", L'Amministrazione ha già provveduto a cancellare quest'obbligo, chiaramente per evitare che rappresentasse "un disincentivo per i prossimi vincitori del concorso ad accettare il lavoro all'Agenzia orientandosi verso altre amministrazioni".
L'equilibrio storico all'interno della pubblica amministrazione rischia di andare in frantumi. Il motivo? Sette candidati su dieci, secondo i dati Formez, arrivano dal Sud Italia, e sei su dieci degli idonei. Solo l'1,4% dal Veneto e poco più del 2% dalla Lombardia. Non c'è competizione: il 20% arriva dal Lazio, il 16% dalla Campania. Lo sblocco del turn over e la massiccia ripresa die concorsi pubblici frenerà fatalmente l'esodo di candidati meridionali verso le altre regioni. La concorrenza non è solo tra le amministrazioni, è soprattutto una sfida tra territori.
Le Regioni più ricche pretendono mani libere su contratti e stipendi. "Solo così recupereranno la capacità attrattiva del capitale umano del Centro e del Sud".
La sfida è in atto, nel segno del Pnrr.