BRUXELLES - Si inaugura il 9 marzo, presso l'Istituto Italiano dei Cultura di Bruxelles la mostra "Fare Luce", in omaggio all'architetto e designer Michele De Lucchi, organizzata in occasione della VII edizione della Giornata del Design Italiano nel Mondo, dedicata quest'anno al tema "La qualità che illumina. L'energia del design per le persone e per l'ambiente". De Lucchi sarà presente al vernissage in qualità di "ambasciatore della luce" e prenderà parte alla tavola rotonda "Futuro gentile" che seguirà l'inaugurazione.
La Giornata del Design Italiano nel Mondo, promossa dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dall'Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles e dall'ICE (Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane) e dall'Ambasciata d'Italia in Belgio, si pone l'obiettivo di promuovere il design italiano, ponendo al centro dell'attenzione le aziende e gli enti leader del settore e il loro inconfondibile know-how, rendendoli protagonisti delle giornate-evento grazie ad un palcoscenico internazionale d'eccezione.
L'evento espositivo ospitato dall'Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles fa parte di un circuito culturale più vasto e diffuso, organizzato sul territorio belga, che vede come protagonista il designer, architetto e artista italiano e il suo studio AMDL CIRCLE. A cominciare da "Futuro Gentile - Un futur aimable", che, dal 12 febbraio al 27 agosto, ospita un percorso dalla sperimentazione al design e dalla visionarietà all'architettura nei magnifici spazi espositivi del CID Grand-Hornu a Hornu. Mentre dal 9 marzo all'8 aprile presso la galleria Spazio Minimi a Bruxelles, i collezionisti Viviane e André Vossen presentano la sua attività artistica con Paintings, parallelamente a una rassegna di Artworks e pezzi da collezione di Produzione Privata presso la sede di Quattro Benelux a Hoegaarden.
In concomitanza con la giornata inaugurale della rassegna ospitata in Istituto, si terrà la tavola rotonda in lingua francese "Futuro Gentile", che, moderata da Marie Pok, direttrice del CID Grand-Hornu, ospiterà, accanto a Michele De Lucchi, lo chef Sang-Hoon Degeimbre, rappresentante di punta della gastronomia all'avanguardia nello sviluppo sostenibile, Andrea Campoleoni, fisico, professore all'UMons, e Fanny Brunin, dottoranda in sanità pubblica presso l'ULB. Il dibattito verterà sulla loro visione del futuro, il ruolo che la loro professione svolge nella ricerca trasversale verso un futuro più sostenibile e desiderabile.
Michele De Lucchi ha attraversato e contribuito alla storia del design e dell'architettura italiana e internazionale dell'ultimo mezzo secolo. Instancabile sperimentatore di spazi, forme e soprattutto significati, De Lucchi è da sempre impegnato nel dar forma ad costruire oggetti e luoghi che accolgano al loro interno valori etici ed emozioni poetiche, scoprendo attivando puntualmente nuovi punti di osservazione, mettendo in risalto comportamenti e rituali profondamente umanistici.
"Fare luce" significa capire, analizzare e proiettare un'intenzione progettuale nel mondo reale presente e futuro e in quello che verrà: questo è il compito del design. La mostra è un paesaggio multiforme di sorgenti luminose, dove il design dialoga e opera a favore della qualità dell'abitare.Le lampade esposte sono un esempio di quanto la cultura del progetto sia evolutiva e adattabile: una serie di soluzioni che sottolineano il ruolo della luce in rapporto ai bisogni legati all'habitat domestico, agli spazi lavorativi o a quelli più intimi. Ma di eguale importanza è l'oggetto, le cui fattezze non sono mai puramente funzionali. Le lampade, anche spente, mantengono una presenza in grado di che emana una luce interiore, irradiando bellezza.
Il percorso espositivo si costruisce attorno a due capisaldi del lavoro del design della luce di Michele De Lucchi. L'amicizia pluriennale con Artemide, eccellenza della "imprenditoria illuminata", azienda nota per il suo impegno concreto a favore della sostenibilità, che incontra la narrazione coraggiosa e autarchica di Produzione Privata, laboratorio sperimentale fondato dall'architetto medesimo De Lucchi nel 1990 per progettare e realizzare oggetti liberi da commissioni e da regole di mercato. Pezzi in produzione seriale, piccole serie o pezzi da collezione, si declinano in varianti infinite di forme, finiture e proporzioni. Metallo, tessuto, pergamena, vetro soffiato, ceramica, marmo creano superfici che calibrano, riflettono e diffondono una luminosità ogni volta diversa. I corpi delle lampade si lasciano adattare, spostare e modellare grazie a meccanismi high-tech o a semplici astuzie low-tech. Infine, una serie di opere su carta documenta l'atto creativo, quando la mano incontra il pensiero: dagli studi per Alchymia e Memphis, attraverso i progetti per Produzione Privata, fino a Osidio, l'ultima nata per Artemide. Architetture luminose, oggetti animati da spiritualità e intelligenza, dotati di una carica empatica senza pari, le lampade di Michele De Lucchi, a cominciare dalla Tolomeo, sono insieme segni e significati che anticipano, affrancano o più semplicemente accompagnano il divenire del paesaggio domestico.
La mostra all'Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles, a cura di Giovanna Massoni con l'allestimento di Susanna Campogrande, sarà aperta al pubblico sino al 5 maggio 2023.