Continua a crescere il mercato italiano dell'auto. A febbraio - secondo i dati del ministero dei Trasporti - le immatricolazioni sono state 130.365, il 17,5% in più dello stesse mese del 2022 quando però i volumi erano stati molto bassi. Nei primi due mesi dell'anno sono state vendute in tutto 258.689 auto, con un incremento del 18,2% sull'analogo periodo dell'anno scorso.
In calo dello 0,9% il gruppo Stellantis che ha immatricolato a febbraio 41.504 auto, con la quota che scende dal 37,8% al 31,9%, e nei primi dei mesi dell'anno 84.993 auto, in crescita del 5,6% sull'analogo periodo del 2022.
Volkswagen cresce di oltre il 50% con due punti di quota di mercato in più rispetto all'anno scorso. Continuano ad aumentare le auto cinesi con i brand Mg (mille auto immatricolate, più del doppio dell'anno scorso) e Link&Co (che triplica i volumi). "La rotta è quella giusta", ma è lontano "il ritorno alla normalità per un paese come l'Italia che ha un parco circolante di 40 milioni di auto e una domanda di sostituzione largamente insoddisfatta negli anni della pandemia e di tutte le sciagure che l'hanno seguita", commenta il Centro Studi Promotor che parla di "ripresina" e indica come fattori di freno alle vendite l'esaurimento dei fondi per gli incentivi alle auto con emissioni di CO2 da 61 a 135 grammi al chilometro e gli alti prezzi. Il presidente Gian Primo Quagliano conferma la stima di 1.500.000 auto vendute nel 2023.
"Per la transizione serve un raccordo stabile tra industria, mercato e istituzioni per riportare l'automotive italiana all'altezza delle aziende europee e mondiali nel rispetto delle regole della concorrenza", sottolinea l'Unrae, l'associazione che rappresenta in Italia le case automobilistiche estere. "Nonostante la partenza positiva del 2023, lo scenario per il settore automotive nel suo complesso, già colpito dai rincari dell'energia, dall'inflazione, dalla crisi dei semiconduttori e della logistica imane molto sfidante, anche a fronte delle possibili conseguenze delle proposte normative attualmente in discussione a livello europeo", osserva il presidente dell'Anfia Paolo Scudieri.