Il procuratore di Bergamo, Antonio Chiappani, ha parlato ai microfoni di Radio24 in merito all'inchiesta appena chiusa sulla gestione della pandemia nella città lombarda, con focus particolare sulla questione della "zona rossa".
"Di fronte alle migliaia di morti e alle consulenze che ci dicono che potevano essere evitati, non potevamo chiudere con un'archiviazione - ha spiegato Chiappani -. C'è stata un'insufficiente valutazione del rischio. Il decreto del 23 febbraio 2020 aveva richiamato la precedente la legislazione sanitaria e in caso di urgenza c'era la possibilità di chiudere determinate zone".
"Il piano pandemico non era stato aggiornato, questo riguardava un lato ministeriale, ma anche la mancata attuazione di quegli accorgimenti preventivi già previsti comunque risalente al 2006".