Da Cinecittà a Hollywood, Giuseppe Rotunno (Roma, 19 marzo 1923 – 7 febbraio 2021) ha collaborato con i migliori registi di tutti i tempi, dando un contributo significativo all'eredità del cinema italiano. Per il suo uso pittorico delle sfumature, Federico Fellini e Luchino Visconti lo chiamavano "il mago della luce".
La Cinemateca di Cuba ha deciso di omaggiare il grande direttore della fotografia in occasione del centenario dalla sua nascita con una rassegna cinematografica dei suoi più celebri film presso il Cine 23 Y 12 de L'Avana. Inaugurata lo scorso 1° marzo, la rassegna proseguirà fino a giovedì 9.
Con una prolifica carriera di quasi 100 titoli, Rotunno ha fatto le sue prime esperienze fotografiche a Cinecittà a partire dagli anni Quaranta fino al debutto come capo – operatore in Pane, Amore e... (1955) di Dino Risi. Ha vinto un BAFTA ed è stato nominato all'Oscar per All That Jazz (1981), dopo essere stato precedentemente nominato ai BAFTA per Casanova (1976) di Fellini. Tra i suoi numerosi lavori degni di nota figurano Rocco e i suoi fratelli (1960), Il Gattopardo (1963), Amarcord (1973) e Le avventure del Barone di Munchausen (1988).
Largamente apprezzato in Italia, ha vinto anche Sette Nastri d'argento e due David di Donatello. Nel 1966, Rotunno divenne il primo membro non americano ammesso all'American Society of Cinematographers. Rotunno ha partecipato al restauro di diversi classici, tra cui Il Gattopardo, e dal 1988 ha insegnato presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Il suo ultimo film è stato un documentario Marcello Mastroianni: mi ricordo, sí, io mi ricordo (1997), di Anna Maria Tató.
La Cinemateca de Cuba è membro della Federazione Internazionale dell'Archivio Filmico (FIAF).