Il Parlamento georgiano ha revocato la legge sugli agenti stranieri. La notizia, riferita da Sputnik Georgia, rappresenta una vittoria dei manifestanti che in migliaia si sono riuniti a Tbilisi, per protestare contro i piani del governo di introdurre la norma che evocava la legislazione russa utilizzata per mettere a tacere il dissenso. La preoccupazione, nella repubblica caucasica che aspira ad aderire all'Ue e alla Nato, era di veder maturare una svolta autoritaria. I partiti di opposizione hanno annunciato che la mobilitazione "non si fermerà finchè non ci sarà la garanzia che la Georgia è risolutamente impegnata su una via filo-occidentale". E in una nota congiunta si lancia un appello a radunarsi ancora questa sera e a liberare decine di manifestanti arrestati.
Già martedì, polizia antisommossa e manifestanti si erano scontrati dopo che i parlamentari del partito di maggioranza, Sogno georgiano, avevano approvato in prima lettura il disegno di legge sugli "agenti stranieri" che imponeva rigidi controlli a media e Ong che ricevono almeno il 20% di finanziamenti dall'estero: oltre 60 manifestanti sono stati arrestati e 50 agenti di polizia feriti. Ieri pomeriggio, dopo che l'opposizione ha chiamato a protestare a oltranza, i manifestanti hanno bloccato la strada principale di Tbilisi, scandendo slogan come "No alla legge russa", "Vogliamo l'Europa! Vogliamo l'Occidente". I manifestanti hanno affermato di volere che il governo abbandoni il disegno di legge chiamato sulla "trasparenza dei finanziamenti esteri", che secondo i critici rispecchia una legge utilizzata in Russia per costringere i gruppi di opposizione a chiudere. E a favore dei manifestanti si erano espressi anche gli Usa e l'Ucraina.
La Russia, stamattina ha dichiarato di non aver "nulla a che fare col disegno di legge sugli agenti stranieri in Georgia": il portavoce della presidenza russa, Dmitri Peskov ha sottolineato che "gli Stati Uniti sono stati pionieri" in legislazioni su questo tema. "Nulla è stato ispirato dal Cremlino", ha aggiunto Peskov, parlando con la stampa.