Ha prodotto per decenni solo una tonnellata di illusioni e carte. Quarant'anni di parole sul Ponte costate centinaia e centinaia di miliardi delle vecchie lire. Oggi riparte la Stretto di Messina Spa. La società nata nel 1981 e messa in liquidazione dal governo Monti nel 2013 sarà riattivata "per riavviare il progetto di realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina".
Una storia controversa quella della Stretto Spa, che torna ad infiammare gli animi di favorevoli e contrari all'infrastruttura. Controversa perché in Portogallo per fare il Vasco de Gama non hanno avuto bisogno di fare nascere una società, la Vasco de Gama spa, per poi popolarla con posti di sottogoverno per trent'anni e una perdita di capitali per lo Stato che si fa fatica a conteggiare. Controversa anche perché ha fatto costare l'opera che non c'è già 300 milioni di euro in progetti, pareri, gare e ipotesi. La Stretto Spa doveva essere liquidata in un anno e invece ha continuato a bruciare fino ad oggi 1500 euro al giorno senza fare niente - come documentato in una recente inchiesta de L'Espresso - impantanata in un contenzioso con l'ex Impregilo, oggi Eurolink, che aveva vinto il bando per compiere l'impresa. Altri contenzioni li ha fatti nascere la società stessa, che ha chiesto risarcimenti per soldi spesi in attività varie.
La legge che avrebbe potuto trasferire il contenzioso per chiudere la partita fu stralciata alla Camera con i voti di Forza Italia. Che oggi plaude alla sua rinascita insieme agli "azzurri" presidenti delle Regioni di Sicilia e Calabria.
E mentre il governatore della Sicilia Renato Schifani parla già di "valutare l'adozione o meno del modello Genova per velocizzare quei lavori che con quel modello hanno dato ottimi risultati", Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, in un'intervista a "L'Economia del Corriere del Mezzogiorno", non nasconde l'entusiasmo: "Il Ponte sullo Stretto? Da decenni se ne parla, e i governi Berlusconi negli anni passati avevano creato in più d'una occasione le condizioni per realizzarlo, con fatti concreti e decisioni politiche chiare. Prodi prima e Monti poi stopparono tutto, facendo pagare centinaia di milioni di euro di penali al contribuenti. Adesso a Palazzo Chigi c'è nuovamente un esecutivo di centrodestra, guidato da Meloni, che su questo tema ha le idee chiare, e Calabria e Sicilia sono governate dalla nostra coalizione. In più abbiamo un ministro delle Infrastrutture, Salvini, che sta seguendo questo dossier con grande determinazione. Sì, questa può essere davvero la volta buona".
I tifosi dell'opera si preparino dunque alla posa della prima pietra: entro due anni, ha detto Salvini. Un soffio, insomma. Per chi ci crede. Per chi non abbocca? Una fantasia che supera anche quelle del cavaliere Berlusconi e il suo milione di posti di lavoro.