Neanche un italiano su dieci tra i destinatari del Reddito di cittadinanza ha avuto anche solo in minima parte accesso a un servizio di attivazione verso il lavoro o la formazione obbligatoria. Emerge da una ricerca dell'Inapp su un campione di destinatari del sussidio secondo la quale ci vogliono oltre 4 mesi per la presa in carico da servizi sociali e centri per l'impiego. "L'offerta di lavoro e di attività formative per i beneficiari del Rdc – si legge – è il punto dolente. Solo una quota tra il 3% e l'8 % a seconda del servizio, ritiene che la misura abbia prodotto risultati in termini di attivazione lavorativa e formativa".
Il Reddito di cittadinanza e il lavoro - Quasi il 60% degli Ambiti territoriali sociali e dei centri per l'impiego individua come problematica la dimensione attuativa della misura sul fronte sociale e lavorativo. Secondo lo studio "sono prevalentemente donne (60%), sui 49 anni, sole e/o con figli le principali beneficiarie delle misure di sostegno al reddito (Rei e Rdc)". Queste misure hanno intercettato non solo persone che si trovano in condizioni di svantaggio economico e materiale.
L'indagine mostra, infatti, come siano altrettanto fondamentali aspetti legati alla vita relazionale, all'istruzione e alla formazione, allo stile di vita. Dimensioni che non devono essere trascurate nella programmazione e nell'attuazione dei processi di inclusione sociale. Lo studio mostra l'importanza del lavoro di rete dei servizi con gli attori del territorio e di prossimità territoriale fatto con l'istituzione dei punti di accesso nell'ambito del Reddito d'inclusione, "purtroppo vanificato con l'abolizione dei punti di accesso del successivo Reddito di cittadinanza".
Tempi lunghi...- Le principali criticità riguardano la presa in carico dei destinatari dei sussidi contro la povertà: in media trascorrono circa 4 mesi e mezzo tra l'autorizzazione ad ottenere il Reddito di cittadinanza e la presa in carico del beneficiario da centri per l'impiego e servizi sociali comunali. Solo la metà dei centri (51,6%) risulta in condizione di convocare entro i 30 giorni prescritti dalla norma i beneficiari della misura.
I tempi di presa in carico da parte dei centri per l'impiego risentono del volume di utenza che caratterizza i diversi territori e risultano più ridotti al Nord, dove l'attesa mediamente è di 3 mesi e mezzo, mentre al Sud si avvicinano ai 5 mesi e mezzo. Meno problematiche, conclude la ricerca, le fasi successive, ossia la stipula del patto, la definizione di un'agenda di appuntamenti e la verifica degli impegni e delle condizionalità posti a carico dei beneficiari.