Aria di scudetto in città. E in attesa che Osimhen e soci completino il loro capolavoro, arriva in libreria una storia che di scudetti napoletani (e di tanto altro ancora) ne racconta ben ventiquattro.
Stiamo parlando di pallanuoto, disciplina in cui Napoli è capitale da sempre, anche se un po' in affanno negli ultimi tempi. Ma la storia del pallone giocato in acqua anziché sui prati e dei gol segnati con le mani anziché con i piedi è nata fra Santa Lucia e Mergellina. E Franco Esposito ne ha fatto il tema della sua ultima fatica editoriale: "Spuntavano scudetti a Marechiaro.. ." (sottotitolo "I fratelli Porzio e la grande pallanuoto - Gli anni di Napoli capitale"), Absolutely Free edizioni, 320 pagine, euro 18.
Il titolo rievoca vagamente (ma non tanto...) la celebre canzone di Salvatore Di Giacomo e Francesco Paolo Tosti: "Quanno sponta la luna a Marechiaro..." e il sottotitolo anticipa la originale formula scelta dall'autore per raccontare questo viaggio attraverso i settantacinque anni di vita dello sport che ha regalato più titoli alla città.
È la ventesima fatica editoriale del giornalista-scrittore napoletano cui la pensione dal giornalismo attivo e il ritiro nella tranquillità di Grosseto continuano ad ispirare storie di sport pressoché inedite, sempre ad ampio raggio, cosparse di una ricca aneddotica e costruite su una documentazione precisa e dettagliata.
Spuntavano scudetti... e il verbo all'imperfetto sottolinea inevitabilmente un filo di nostalgia per una gloria al momento sospesa (fin a quando?...), mentre il sottotitolo preannuncia la singolare formula del racconto. I fratelli Porzio... già, Franco e Pino, due campionissimi, due icone di questo sport, che negli ultimi decenni del '900 hanno vinto di tutto con i colori del Posillipo e della Nazionale, sono i protagonisti di questo libro, insieme con l'autore.
Eravamo tre amici al bar..., immaginiamola così la scena, Franco (Esposito), Franco e Pino (Porzio), in copertina nella splendida immagine di Pierpaolo Capano, s'incontrano e, tra un aperitivo e un caffè, cominciano a ricordare di quando, appunto, nascevano scudetti a Marechiaro.
Ecco, questo libro è una raccolta di ricordi a tre voci, di piccole e grandi storie, note e meno note, di piccoli e grandi segreti finalmente svelati, che hanno portato la pallanuoto napoletana a vincere tanto: 24 scudetti, 4 coppe campioni, e tanto altro ancora, a partire dal 1939, anno del primo scudetto della Rari Nantes, quella di Gildo Arena, Pasquale Buonocore ed Emilio Bulgarelli, i tre fuoriclasse che poi trascinarono l'Italia alla conquista della leggendaria medaglia d'oro alle olimpiadi di Londra 1948. Fu il primo dei tre ori olimpici azzurri, quello che costrinse Nicolò Carosio, mitico radiocronista del calcio, a passare dal prato alla piscina per raccontare la trionfale finale degli azzurri.
Rari Nantes Napoli, poi Canottieri ed infine Posillipo, le tre ere pallanotistiche napoletane, contrassegnate da scudetti, Coppe Campioni ed altro, i 24 scudetti strappati al predominio ligure dei 57 distribuiti però fra sette squadre.
La Rari Nantes apre il ciclo e poi tocca alla Canottieri che pur di strappare l'egemonia ai biancocelesti, provoca il primo clamoroso "tradimento", rubando il mitico Gildo Arena ai "cugini" di Santa Lucia e così arriva nel 1951 il primo scudetto giallorosso e poi quelli degli anni dispari dei Settanta con la prima Coppa Campioni conquistata nel 1978 nella finale di Palermo contro Mosca perché Napoli non disponeva di una piscina agibile. L'ideale staffetta passa poi nel 1985 al Posillipo che supera in finale proprio la Canottieri e si avvia ad un percorso trionfale completato da due Coppe Campioni. Il tutto - facile immaginare - condito dai tanti, infuocatissimi derby stracittadini davanti a piscine gremite e tifo pazzesco.
Un racconto a tre voci, dicevamo, documentatissima quella di Franco Esposito. Tanta esperienza personale invece nei ricordi di Franco e Pino Porzio che rivelano spesso particolari mai rivelati, vissuti direttamente in acqua o lontano dagli occhi dei cronisti.
Una carrellata di vicende vissute, accompagnata da una passerella di personaggi mitici, che hanno scritto pagine memorabili nella storia di questo sport. E allora, ecco emergere nomi indimenticabili come Fofò Buonocore, i Dennerlein, Enzo D'Angelo, i fratelli Mannelli, i fratelli Marsili, i Postiglione, tanto per fare qualche nome di una la lista infinita.
Per non parlare di grandi stranieri, a cominciare da Bandy Zolyomy, l'ungherese che rese vincente la pallanuoto prima a Napoli e poi con la Nazionale, agli indimenticabili Kurtini, Szabo, Sostar, Estiarte, il "Maradona delle piscine", e poi Gerendas, l'uomo, degli undici rigori consecutivi in una finale-scudetto a Pescara, e Humbert, l'americano centroboa mancino, e Popovic, l'uomo che affondò la Roma, e Kasas, il figlio d'arte cresciuto in Sicilia..., un elenco interminabile di grandi giocatori, grandi personaggi, ma anche meno grandi eppure importantissimi perché protagonisti dietro le quinte, come lo storico massaggiatore posillipino Gigi Tomeo, vittima consapevole di tanti scherzi dei giocatori, e allenatori carismatici e vincenti, come Paolo De Crescenzo, e dirigenti di ampie vedute, come Roberto Fiore, presidente del primo scudetto del Posillipo....
Insomma tutta la pallanuoto napoletana dalla A alla Z descritta con ricchezza di particolari, noti ed inediti, nelle 316 pagine del libro, con il preziosissimo indice finale dei nomi per poter pescare subito le pagine relative ai singoli personaggi di questa bella ed esaltante storia che, per la ricchezza di fatti e nomi, annessi e connessi, ha il sapore di "una enciclopedia" - come spiega Eraldo Pizzo nella prefazione - della pallanuoto napoletana.