di Bruno Tucci
Piove, governo ladro. Questo è uno slogan quanto mai di moda oggigiorno. Quando lo si usava a volte un tempo, voleva significare che i cittadini erano stanchi di certe decisioni del governo.
E chi guidava il Paese era responsabile anche se cominciava a piovere. Si addossava dunque all'esecutivo tutto quello che andava storto, anche i diluvi. Ora i tempi sono diversi, è l'èra della tecnologia, i cellulari sono diventati uno strumento indispensabile e ci chiediamo spesso come si faceva diversi anni fa.
Adesso, il mondo è cambiato, ma in Italia certe espressioni non hanno perso validità. E cioè? Ogni giorno che il sole sorge (ma probabilmente anche di notte) il governo ha le sue chiare responsabilità.
I migranti? Le colpe sono evidenti, il dito viene puntato contro Palazzo Chigi. Le condizioni economiche? E di chi è il danno se non di coloro che sono al vertice della piramide? La microcriminalità? E' la scuola che non educa i nostri figli e se l'istruzione non va chiediamolo al ministro competente.
Le donne rom borseggiano nelle metropolitane e sugli autobus? Non è contro queste persone che bisogna emettere giudizi spesso avventati, ma nei confronti del Viminale che non riesce a mantenere l'ordine pubblico. Quindi, anche se sorprese in flagrante e fermate dalla polizia, i giudici sono fin troppo buoni e le lasciano andare al termine di una ramanzina o tutt'al più di una lavata di capo.
"Attenzione dicono: la prossima volta non ci saranno sconti". In carcere le ladre non debbono andare se sono madri di neonati o sono incinte. Lo Stato deve comprendere la situazione in cui vivono che è di povertà assoluta.
Per non parlare poi dei diritti civili: l'utero in affitto, la maternità surrogata, i matrimoni fra persone dello stesso sesso. In questi ultimi casi, l'opposizione insorge, diventa violenta, a volte si rifiuta di voler dibattere tali problemi.
Ora, chi è in minoranza ha tutto il diritto di criticare e di fare il cane da guardia, anzi è doveroso perchè questo è il sale della democrazia.
Da una parte ci sono quelli che prendono decisioni ( a volte impopolari), dall'altra ecco le forze che non sono nella stanza dei bottoni e sono pronte ad intervenire quando ritengono che quelle leggi sono sbagliate, dimenticano i poveri e a volte (a loro dire) incostituzionali. In questo caso, il dibattito è sacrosanto e nessuno può disconoscere un simile diritto-dovere a chi è contro l'esecutivo.
Però quando si va alla ricerca della pagliuzza o del minimo pretesto per responsabilizzare la maggioranza, allora il discorso cambia. E non ci piove.
In un momento così difficile come quello che stiamo vivendo servirebbe una maggiore collaborazione politica. Certo, pur avendo idee diverse, ma cercando in tutti i modi di trovare un minimo comune multiplo per aiutare il Paese ad uscire dalle sacche di una crisi che potrebbe diventare irreversibile. Poi, l'importante è non andare mai al di là di certi limiti che si potrebbero definire antidemocratici.
Un esempio per essere più chiari: se tra governo e opposizione non c'è sintonia tutto si può fare tranne che "tradire" il proprio Paese. Insomma, non si possono addossare certi problemi al governo se poi si finisce col fare un danno all'Italia. Disse un giorno Giorgia Meloni: "Quando ero in Europa, non ho mai voluto farmi intervistare da giornalisti stranieri per paura che una mia frase potesse gettare fango su Palazzo Chigi, anche se allora non facevamo parte del governo.
Ecco il punto in cui noi tutti, parlamentari compresi (anzi in prima linea) dovremmo comportarci senza ledere il volto dell'Italia. In questo modo ci daremmo la zappa sui piedi e molti potranno continuare a dire: "Piove governo ladro". Per il bene di chi?