Convinto che gli italiani all'estero proprietari di immobili in Italia non debbano pagare le tasse per i rifiuti che essi non producono (o producono in maniera trascurabile) ho presentato una proposta di legge che prevede la riduzione della TARI (la tassa sui rifiuti) di due terzi per coloro i quali sono iscritti all'Aire (Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero) da almeno tre anni.
La proposta di legge (cofirmata dai miei colleghi Carè, Di Sanzo e Ricciardi) prendendo quindi atto che i cittadini italiani residenti all'estero proprietari di abitazioni in Italia non locate o date in comodato d'uso e iscritti all'AIRE, non producono rifiuti o al massimo li producono in maniera irrilevante durante i loro brevi soggiorni in Italia, vuole tradurre in legge i principi di equità e giustizia in merito al pagamento della TARI affermati dalle numerose sentenze dei vari tribunali e intende perciò introdurre per tali soggetti una giusta e ragionevole riduzione del pagamento della TARI.
La normativa in vigore per i soggetti residenti all'estero proprietari di immobili in Italia attualmente prevede il pagamento dell'imposta comunale TARI in misura ridotta di due terzi se tali soggetti sono titolari di pensione in regime di convenzione internazionale con l'Italia.
Tutti gli altri soggetti residenti all'estero proprietari di immobili in Italia, e cioè la maggioranza, sono esclusi da tale agevolazione e devono quindi pagare le tariffe ordinarie a meno che il comune dove è locato l'immobile – in virtù della normativa disciplinante la TARI - non preveda riduzioni o esenzioni tariffarie per le abitazioni occupate da soggetti che risiedano o abbiano la dimora, per più di sei mesi all'anno, all'estero.
Si tratta di un pesante e ingiustificato balzello considerato dai nostri connazionali come una ingiusta vessazione fiscale nei confronti di chi con tanti sacrifici è riuscito comunque a mantenere un forte legame con la terra d'origine dopo essere emigrato.
Come anche per l'IMU, e prima per la Tasi, questa tassa per la sua parzialità, ha acuito, anziché limitare, il senso di iniquità avvertito dagli italiani all'estero. È noto, infatti, che le case possedute in Italia dagli italiani residenti all'estero generano un consistente indotto economico e in molti piccoli comuni contribuiscono a contrastare i diffusi fenomeni di degrado architettonico e di abbandono degli immobili. Come è noto numerose Commissioni regionali tributarie e anche il Consiglio di Stato hanno più volte affermato che è illegittimo il regolamento comunale che non rispetti il principio di proporzionalità perché la tassa non può gravare in misura eccessiva e irrazionale su coloro che producono meno rifiuti. Ritengo quindi giusto e opportuno che lo Stato italiano finalmente intervenga con un atto legislativo (tramite la mia proposta di legge) che impegni e vincoli i comuni a ridurre di due terzi la tassa sui rifiuti TARI attualmente imposta ai cittadini italiani residenti all'estero proprietari di immobili in Italia.