Gente d'Italia

Plaza Independencia, la grande opera dell’emiliano Carlo Zucchi

di Stefano Casini

Già vi avevamo raccontato la storia di uno dei tanti illustrissimi connazionali che hanno, letteralmente, costruito l'Uruguay, come Andreoni, Veltroni, Bello e Reborati. Si tratta di Carlo Zucchi, nato a Reggio Emilia il 25 febbraio del 1789, che costruì nientemeno che la piazza piú importante dell'Uruguay: La Plaza Independencia. 

Zucchi fu molto attivo in Uruguay e Argentina. Suo padre era l'avvocato Gaetano Zucchi di famiglia agiata.

Carlo Zucchi

Giunse da queste parti nel 1826 e tra il 1829 e 1842 fu architetto statale appunto nel Rio de la Plata. Era un'epoca di grandi turbolenze politiche e le opere di questo grande architetto italiano, hanno marcato a fuoco la storia dell'Uruguay e l'Argentina. La sua formazione fu a Parigi,  all'École des Beaux Arts e al Politecnico. Prese parte delle guerre napoleoniche come ufficiale dell'esercito dell'imperatore, ma, quando cadde Napoleone, continuò a svolgere attività politica cospiratoria di carattere indipendentista tra i gruppi carbonari italiani. 

Conobbe il carcere a Milano nel 1822. Dopo aver scontato una pena, gliela commutarono in cambio dell'esilio. Fu così che Zucchi lasciò l'Italia senza sapere che il suo esilio sarebbe durato oltre trent'anni. Dopo aver provato a Buenos Aires, all'epoca del Generale Rosas, decise di attraversare il Rio de la Plata per piazzarsi a Montevideo, dove l'allora Presidente Manuel Oribe, alleato di Rosas, lo nominò ingegnere-architetto della locale Commissione Topografica e architetto dell'Igiene e dei Lavori Pubblici. Dopo le esperienze nefaste in Italia dove patì la prigione, decise di non coinvolgersi piú in politica attiva ma dedicarsi alla sua professione di Architetto, diventando una specie di tecnico neutrale in un clima di grande instabilità. Nella peggiore delle situazioni, con Garibaldi dalla parte di Rivera e lui di Oribe, Zucchi preferì rinunciare al suo lavoro, ma non poté, perché glielo proibì lo stesso Oribe.

La costruzione di una piazza nello spazio occupato dall'antica Ciudadela fu un'idea portata avanti da Zucchi nel 1837, quando si decise di ampliare l'antica "Ciudad Vieja", nell'ambito di un disegno complessivo di assetto. Per la sistemazione delle facciate Zucchi si ispiró ai suoi maestri Percier e Fontaine, la parigina Rue de Rivoli. Anche se questo progetto fu modificato nel 1860 dall'Architetto svizzero del Canton Ticino, Bernardo Poncini, nessuna delle facciate dell'epoca é  sopravvissuta fino ad oggi. Bernardo Poncini aveva studiato a Milano, all'Accademia d'Arte di Brera e lavorò a Montevideo tra il 1857 e il 1863. Tra le sue opere più importanti si ricordano: la riforma della Cattedrale Metropolitana di Montevideo nel 1858, la modifica appunto del disegno della Plaza Independencia a Montevideo nel 1860, aggiungendo ordini dorici, la rotonda del Cimitero Centrale di Montevideo o un'ala importante, in Via Guaranì dell'Ospedale Maciel nel 1859.

Tra il 1896 e il 1905, su uno dei bordi della piazza fu collocato un monumento in onore a Joaquín Suárez, che fu successivamente trasferito nella piazza all'incrocio tra Agraciada e Suárez. 

Nel 1905, durante la presidenza di  José Batlle y Ordóñez, la Piazza Indipendenza fu parzialmente cambiata per essere trasformata nella piazza principale della capitale. L'architetto paesaggista francese Charles Thays si occupò della progettazione paesaggistica, con 4 aiuole di ispirazione francese, con fontane e piante ornamentali, oltre alle piantagione delle 33 iconiche palme che adornano la piazza, quasi "massonica".

Monumento ad Artigas

Il 28 febbraio 1923, alla fine del governo di Baltasar Brum, al centro della piazza, fu inaugurato il Monumento ad Artigas. La pietra fondamentale era stata posta il 25 agosto 1884 anche se la costruzione del monumento impiegò molto tempo. Soltanto nel 1913, una commissione dichiarò vincitori del concorso i progetti dello scultore italiano Angelo Zanelli e dell'italo-uruguaiano Juan Manuel Ferrari, ma il progetto di quest'ultimo fu scartato.

Angelo Zanelli

Il 27 settembre 1974, dopo un anno dell'avvento della dittatura militare, un decreto stabilì la costruzione di un mausoleo nei sotterranei della piazza. Da quando erano giunti dal Paraguay, i resti del "Procer", erano stati disposti nel Pantheon Nazionale del Cimitero Centrale di Montevideo, fino al 1972 e successivamente nella Caserma dei Blandengues. 

Il mausoleo, opera degli architetti Lucas Ríos Demalde e Alejandro Morón, è costituito da due scale in granito che scendono in una stanza sotterranea dove è stata installata l'urna con i resti del Generale. Una mastaba in granito alle spalle del monumento piazzata sull'urna fa da lucernario. Il mausoleo di Artigas nella Piazza Independenza fu inaugurato il 19 giugno 1977, quando era Presidente "de facto" della dittatura civico-militare, Aparicio Méndez.

Nel 2010 è stato organizzato un concorso di progetto per la completa ristrutturazione della Plaza Independencia. La giuria era composta da rappresentanti della Sociedad de Arquitectos del Uruguay, il Ministero dei Trasporti e Lavori Pubblici, la Commissione Speciale Permanente della Città Vieja e la Commissione Nazionale per i Beni Culturali.

Il mausoleo ha subito una ristrutturazione nel 2012. I resti di Artigas sono stati trasferiti temporaneamente, poi restituiti al mausoleo il 26 ottobre 2012 in un atto pubblico alla presenza delle massime autorità dell'Uruguay sotto la presidenza di José Mujica Cordano.

Ma la Plaza Independencia è nata nella testa di un grande architetto italiano come Carlo Zucchi e continua ad essere la Piazza piú importante della capitale uruguaiana.

Via Carlo Zucchi a Bologna

STEFANO CASINI

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