L'attentato di via Rasella? "è stata una pagina tutt'altro che nobile della resistenza. Quelli uccisi furono una banda musicale di semi pensionati altoatesini e non biechi nazisti delle SS". Così, in un'intervista a "Terraverso", podcast di Libero, il presidente del Senato, Ignazio La Russa, parlando dell'attacco partigiano che il 23 marzo del 1944 scatenò la reazione nazista con l'eccidio delle Fosse Ardeatine. La seconda carica dello Stato ha inteso così rispondere alle critiche mosse nei confronti della premier Giorgia Meloni circa l'eccidio delle Fosse Ardeatine riferito a "morti italiani". Inevitabilmente le parole pronunciate dal primo inquilino di Palazzo Madama hanno finito con lo scatenare la dura reazione delle opposizioni. Dall'Anpi fino al Pd non è mancato chi è arrivato a parlare di "pericoloso revisionismo". "Le parole di La Russa sono indegne per l'alta carica che ricopre", ha detto l'Associazione dei partigiani. "Mi dispiace per La Russa ma non è accettabile mettere sullo stesso piano i partigiani che combattevano per liberare l'Italia e i nazifascisti" ha rilanciato il capogruppo del Pd al Senato, Francesco Boccia. La dichiarazione di La Russa "non nasconde solo rigurgiti ideologici che una destra seria e moderna dovrebbe aver superato, ma anche il palese tentativo di distrarre l'opinione pubblica dalle inadeguatezze di questo governo", ha aggiunto Francesco Silvestri, capogruppo alla Camera del M5S. "La Russa danneggia la credibilità dell'Italia" ha rimarcato Osvaldo Napoli (Azione). Per la segretario del Pd Elly Schlein, infine: quelle dette su via Rasella sono "parole indecenti, inaccettabili per il ruolo che La Russa ricopre".