Sul tema del Pnrr e sulla sua attuazione il governo è al lavoro affinché si possano utilizzare quanto prima i fondi disponibili. Insomma, si corre contro il tempo. E oggi Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario di Stato, nel corso di un suo intervento a Radio 24 ha in pratica dato colpa di questo ritardo al secondo esecutivo di Conte: “Sul Piano purtroppo l'attuale governo si è trovato a dover risistemare molte cose che non vanno perché il piano è stato fatto in modo troppo frettoloso dal governo Conte II”. Poi Fazzolari ha chiarito come “il Governo abbia sempre sostenuto che il Piano avesse delle falle, infatti non lo abbiamo votato in Parlamento”. Il riferimento è all’iter in Aula quando il testo venne portato all’attenzione di deputati e senatori a poche ore dal voto. In merito al ritardo sui fondi europei, il sindaco di Milano Sala è tornato alla carica chiedendoli per la sua città: “Noi abbiamo progetti nel cassetto per rifare scuole, case popolari, per comperare bus. Se ci danno i fondi li investiamo: non vogliamo togliere fondi a nessuno. Io ho detto che siamo pronti a investirli, se ci sono. Se ci sono fondi inutilizzati, che facciamo? Li buttiamo via?”. Nella Commissione Ue si è diffuso lo scetticismo sulle capacità dell’Italia di eseguire il Piano nazionale di ripresa nei tempi e modi giusti. Nel governo si sospetta che all’irrigidirsi di Bruxelles su progetti già approvati in precedenza – gli stadi di Firenze e Venezia – contribuisca anche la tentazione in alcuni Paesi del Nord Europa di dimostrare che il Recovery non può funzionare: se così fosse, allora l’esperimento non sarebbe ripetibile. Non sorprende dunque se sui problemi sollevati a Bruxelles sul versamento della terza rata da 19 miliardi di euro il confronto resta aperto.