Ieri, 2 aprile, molto diligentemente e possiamo aggiungere in maniera politicamente assolutamente corretta, la Farnesina, il nostro Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (Maeci), si è unita alle celebrazioni del "Fact-Checking Day", la giornata internazionale dedicata alla verifica dei fatti, per combattere le notizie false che si trovano ovunque, nel web in particolare, ma non solo. Bellissime le parole nel tweet del Ministero, in particolare un passaggio: "La #disinformazione pervade gran parte dei nostri spazi informativi: l'accesso alle notizie verificate è fondamentale. La #Farnesina è impegnata nella lotta contro la disinformazione attraverso tutti i suoi canali". Peccato però che, come sempre, usando l'antichissimo adagio... si predica bene e si razzola male. Già perchè il Maeci si preoccupa di quello che accade fuori, ma non guarda ai suoi dipendenti e ci riferiamo all'incredibile ambasciatore in Uruguay Giovanni Iannuzzi per l'occasione coadiuvato dal compagno di merenda del Comites di Montevideo (e del C.G.I.E.) Aldo Lamorte, sì quello che vota con i certificati elettorali degli altri. Hanno spudoratamente mentito nelle relazioni su "Gente d'Italia" facendo negare in questo modo all'azienda i contributi previsti dalla legge che gli spettavano. Chissà perchè in questo caso la Farnesina non ha applicato il tanto sventolato "Fact-Checking" così che il fake firmato Iannuzzi-Lamorte è stato approvato fino al Dipartimento per l'Editoria, senza nessun minimo controllo. Nulla di nuovo all'orizzonte: come al solito si guarda sempre nel cortile degli altri, in casa propria mai.
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Lo strano “Fact-Checking Day” della Farnesina: combatte i fake, ma non in casa propria
r.z.