La tensione tra Cina e Usa non cala. Otto giorni fa undici navi da guerra e 70 caccia cinesi erano stati protagonisti di una manovra militare intorno a Taiwan, oggi si apprende che il cacciatorpediniere americano Uss Milius ha effettuato domenica “un transito di routine nello Stretto di Taiwan in acque in cui si applicano le libertà di navigazione e il sorvolo in alto mare in conformità con il diritto internazionale”, maturato appunti pochi giorni dopo che Pechino ha concluso i suoi ultimi giochi di guerra intorno all’isola. La nave, ha reso noto la Settima Flotta Usa, ha attraversato il corridoio nello Stretto “che si trova oltre il mare territoriale di qualsiasi Stato costiero”.

“Il transito dell'unita navale è stato monitorato durante l'intero processo" hanno replicato le autorità cinesi che hanno annunciato il permanere dello stato di massima allerta. Preoccupazione per le tensioni tra Pechino e Taipei è stata espressa dai ministri degli Esteri del G7 che si tiene in Giappone. “La questione di Taiwan è un affare interno della Cina che esclude qualsiasi interferenza esterna" ha ammonito Pechino. Lo status dell'isola è stato tra gli argomenti trattati dai titolari delle politiche estere dei sette Paesi, riuniti a Karuizawa, in Giappone.

 

In una nota del ministero degli Esteri di Tokyo si è fatto presente che i ministri degli Esteri delle sette grandi economie "condividono l'opinione di opporsi a ogni tentativo unilaterale di cambiare lo status quo con la forza, riaffermano l'importanza della pace e della stabilità nello Stretto di Taiwan" e chiedono una "soluzione pacifica" della questione. La tensione, intanto, continua a salire.