ROMA\ aise\ - Deputato Pd eletto in Sud America, Fabio Porta ha presentato una interrogazione alla Premier Meloni e al Ministro degli esteri Tajani sulle prerogative che rete diplomatica e Comites hanno nel dare pareri sulla stampa italiana all’estero. Il parlamentare cita, in particolare, il caso “Gente d’Italia”.
Nella premessa, Porta ricorda che “l'ordinamento italiano prevede forme di sostegno pubblico al sistema editoriale per le imprese editrici di quotidiani e periodici italiani editi e diffusi all'estero; i requisiti di accesso, i criteri di calcolo, il procedimento per la concessione e l'erogazione del contributo sono definiti al «Capo V» del decreto legislativo del 15 maggio 2017 n. 70 e dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 15 settembre 2017”.
“Il Dipartimento per l'informazione e l'editoria – continua – cura l'istruttoria per l'ammissione al contributo con il supporto del Maeci, con particolare riguardo all'acquisizione della dichiarazione del capo dell'ufficio consolare e del parere del Comites della circoscrizione consolare di riferimento; dichiarazione e parere devono attestare l'esistenza della testata, la regolarità della distribuzione delle copie dichiarate e il rispetto della prescritta percentuale di scritti in lingua italiana, escludendo ogni altra valutazione di merito sulla qualità e sulla linea editoriale della testata”.
Porta ricorda, quindi, che ““La Gente d'Italia”, unico quotidiano italiano edito e diffuso in Uruguay e, grazie all'offerta digitale, con una ampia platea di lettori italiani in America Meridionale, Centrale e Settentrionale, è stato escluso dai contributi 2021”; il decreto di esclusione del Dipartimento per l'informazione e l'editoria del 27 febbraio 2023 fa riferimento alla dichiarazione dell'Ambasciatore d'Italia a Montevideo del 25 febbraio 2022 e al parere, obbligatorio ancorché non vincolante, del Comites di Montevideo del 16 febbraio 2022”.
“Il decreto – puntualizza Porta - , in particolare, richiama: la dichiarazione dell'Autorità diplomatica in cui, pur specificando che “non è rilevabile né misurabile la penetrazione presso la comunità italiana”, si afferma: “numerosi articoli risultano integralmente ripresi dalle maggiori agenzie generaliste o dalle testate specialiste in italiano o spagnolo. Gli articoli in spagnolo quasi mai riguardano l'Italia e riprendono generalmente notizie locali già presenti nella stampa uruguayana senza dare al lettore italiano un valore aggiunto rispetto a "El País" con cui "La Gente d'Italia" è venduto”; “la sua crescente vena accanitamente provocatoria e polemica (...) tanto che è apparso un giornale teso a privilegiare le polemiche inutilmente divisive all'interno della Collettività, come se lo scopo fosse gestire un'arena di scontro a prescindere dalla corretta, completa e accurata informazione”; “(...) questo impianto denigratorio si è esteso anche a danno degli interessi imprenditoriali e della reputazione delle altre testate giornalistiche generando un indubbio danno al "Sistema Paese"”; il parere sfavorevole del Comites (contrari i consiglieri di minoranza): “"La Gente d'Italia" non fornisce informazione adeguata per la collettività”, riporta “dati irrazionali ed informazioni imprecise”; “dalle sue pagine sorge una forma di fare giornalismo che danneggia fortemente l'immagine della collettività italiana e dei suoi integranti”; la dichiarazione e il parere sopracitati – osserva Porta – travalicano i confini dell'accertamento dei requisiti tracciati dalla normativa e si configurano come evidente interferenza nella linea editoriale del giornale, pretendendo di indirizzarne l'esercizio e di sceglierne le modalità di realizzazione ed espressione”;
Sottolineato “il ruolo che le testate in lingua italiana all'estero liberamente svolgono per incentivare la partecipazione dei connazionali, per promuovere la lingua italiana, per sostenere le linee d'intervento nel campo della promozione integrata del sistema Paese e del turismo di ritorno”, Porta chiede di sapere “se il Governo intenda adottare iniziative volte a dare urgenti disposizioni ai rappresentanti diplomatico-consolari e agli organismi di rappresentanza locali affinché l'esercizio delle prerogative riconosciute sia ricondotto rigorosamente nell'alveo delle leggi e della prassi amministrativa esistenti, superando prevenzioni di parte e discrezionalità interpretative”.
Il deputato, infine, chiede a Meloni e Tajani “se si intenda adottare le iniziative di competenza affinché, in seno al Dipartimento per l'informazione e l'editoria, nel percorso della concessione di contributi pubblici sia garantita, nel rispetto delle normative esistenti, una valutazione esclusivamente vincolata all'obiettività dei fatti”. (aise)