Il contrattacco che le forze armate dell’Ucraina stanno preparando per liberare i territori occupati dalla Russia prevede anche la liberazione della Crimea, annessa dalla Russia nel 2014. Lo ha detto il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky, in un'intervista all'emittente pubblica finlandese Yle. Tuttavia, ha aggiunto che il successo di Kiev dipende fortemente dal fatto che l'Occidente continui a fornire armi. “Vogliamo salvare il maggior numero possibile di vite, quindi il numero di armi è importante”, ha detto.
Intanto un incendio è scoppiato in un deposito di petrolio a Sebastopoli. La causa sarebbe legata all'attacco di un drone ucraino, come riportato da Mikhail Razvozhaev, governatore della regione annessa dalla Russia, citato dall'agenzia Tass. Le fiamme hanno danneggiato quattro serbatoi, ma non sono stati registrati feriti.
Secondo il vice capo del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, la “distruzione di massa del regime nazista dell’Ucraina è l’unica risposta alla controffensiva di Kiev”. Medvedev ha voluto rispondere così alle recenti dichiarazioni da parte ucraina su una prossima controffensiva e sull’obiettivo di riprendere la Crimea. Per Medvedev è necessario infliggere la “massima sconfitta militare alle Forze Armate dell’Ucraina” e “il rovesciamento definitivo del regime nazista a Kiev con la sua completa smilitarizzazione su tutto il territorio dell’ex Ucraina”. Medvedev invoca anche “atti punitivi contro figure chiave del regime nazista, indipendentemente dalla loro ubicazione e senza limiti temporali”. “I tentativi di Washington e dei suoi alleati per isolare Mosca stanno fallendo”, le parole del ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, in un discorso ai partecipanti alla Conferenza mondiale online sul multipolarismo.