La guerra in Ucraina non accenna a finire: dal Cremlino arriva l’ammissione di una situazione difficile, con pesanti rallentamenti a causa dei bombardamenti di Kiev. Mosca fa però sapere che, sebbene gli obiettivi russi siano ancora lontani, un territorio importante del Donbass “è stato liberato” e che si stanno compiendo sforzi per liberare altre città e per salvare vite umane. “L'operazione militare speciale continua. È un'operazione molto difficile e, naturalmente, alcuni obiettivi sono stati raggiunti in un anno”, ha dichiarato il portavoce della presidenza russa Dmitry Peskov in un'intervista al canale televisivo bosniaco ATV, riportata dall'agenzia Tass. Se la priorità stabilita a inizio operazione dal presidente Vladimir Putin era quella di garantire la sicurezza dei residenti del Donbass, ha sottolineato Peskov, questo obiettivo è stato raggiunto solo in parte. “Questo compito è stato risolto solo parzialmente. Siamo ancora lontani dal poterlo completare. Ci sono bombardamenti da lanciatori multipli, bombardamenti su Donetsk e altre località e dobbiamo respingere il nemico a una distanza considerevole. Per questo l'operazione continuerà”, ha sottolineato Peskov. Ha poi ricordato i risultati ottenuti: “Sono stati liberati territori importanti nel Donbass”. Per il portavoce di Putin non ci sono dubbi sul fatto che le forze russe finiranno per conquistare la città contesa di Bakhmut, devastata da 9 mesi da quella che è diventata la battaglia più lunga del conflitto. Anche se l’esercito ucraino ha fatto sapere di aver riconquistato una parte di Bakhmut.
Intanto il presidente Putin ha firmato il decreto annuale sulla convocazione dei riservisti per l’addestramento militare. “Decido di richiamare nel 2023 i cittadini riservisti della Federazione russa perché effettuino l’addestramento militare nelle Forze Armate, nella Guardia Nazionale, nelle agenzie di sicurezza dello Stato e nel Servizio di Sicurezza Federale» (Fsb) si legge nel documento. Il decreto non specifica quanti siano esattamente i riservisti richiamati. L’anno scorso, il richiamo dei riservisti all’addestramento era stato firmato da Putin il 18 febbraio, pochi giorni prima dell’invasione dell’Ucraina. Il 1 aprile, è iniziata in Russia la campagna di coscrizione primaverile: secondo il decreto del presidente, 147mila reclute saranno arruolate per il servizio militare della durata di un anno.