Gente d'Italia

Droga, cioè sballo ricreativo pubblicamente stigmatizzato e socialmente accettato

di ALESSANDRO CAMILLI

Tra le cose vere, anzi verissime, che come collettività viviamo, pienamente viviamo, senza però volercele dire c’è la droga. Anzi l’uso, il ricorso, il consumo, anzi ancora l’uso e costume della droga. Leggo ad incipit di un servizio giornalistico che annuncia una produzione Rai (“Vivere non è un gioco da ragazzi”) una frase che è insieme del giornalista e di Claudio Bisio e che ci strofina sulla faccia la realtà.

Droga, cioè sballo ricreativo - La frase è appunto: “Droga come sballo ricreativo, pubblicamente stigmatizzato ma socialmente accettato”. Ed è questo in effetti l’uso e costume di massa, di popolo, di gente, di élites, di cinema, teatro, letteratura, televisione, di vita reale. La droga come mezzo per lo sballo ricreativo è presente, quasi onnipresente in ogni segmento sociale, anagrafico, culturale. Lo sballo ricreativo è nel costume sociale più che legittimo, quasi anzi dovuto, quasi un diritto. Un po’ come la “realizzazione dei propri sogni” e “sii sempre te stesso” senza star poi lì a vedere quali sogni siano e chi e cosa sia quel “te stesso” da realizzare. Lo sballo ricreativo ci spetta, il senso e la pratica comune coincidono al riguardo. E però la, chiamiamola pubblica coscienza, si è messa d’accordo anche su una pubblica e condivisa e colossale menzogna, quella che declina: sballo ricreativo sì, droga no. Lo sballo ricreativo, con le sue droghe propedeutiche, lo viviamo in ogni luogo, ogni sera, in ogni ambiente e ad ogni età. Con accettata naturalezza. E con altrettanta naturalezza condanniamo, perseguiamo, stigmatizziamo come disvalore l’uso delle droghe.

Raccontiamocela giusta…- Presuntuoso oltre che arduo prescrivere, giudicare, sentenziare quale sia l’uso e costume “giusto” riguardo allo sballo ricreativo. Però potremmo almeno raccontarcela giusta, giusta non nel senso di come deve essere ma nel senso di come è davvero che stanno le cose. Ma raccontarcela giusta, cioè almeno vera, è uno degli usi e costumi più dismessi e negletti. Se ne trova traccia, ormai quasi antica, solo in qualche libro.

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