L’improvvisa notizia che il quotidiano La Gente d’Italia, edito a Montevideo, Uruguay, non si pubblica più ha sorpreso negativamente tutte le persone che s’interessano di migrazione italiana e di attualità e cronaca italiane. Il giornale usciva da più di 24 anni, era dinamico e facile da leggere, molto più agile dei giornali editi in Italia. Offriva un’informazione di andata e di ritorno ed aveva anche una rubrica di notizie dall’Argentina. Sembra che il proprietario ed editore Mimmo Porpiglia sia stato obbligato al drastico passo perché non gli sono arrivati i contributi che il governo italiano stanzia per i giornali editi all’estero. La domanda spontanea è: perché? Sembra che il governo possa prendere una decisione simile in caso di irregolarità, per esempio se si riscontrasse una differenza tra le copie di giornale che il proprietario dichiara di distribuire e quelle che veramente distribuisce, ma questo caso è da scartare perché La Gente d’Italia usciva con il quotidiano El Pais e la distribuzione era completamente sotto controllo. Non sarà che la linea editoriale del giornale, che aveva assunto il ruolo di sentinella nella collettività italiana- uruguayana semplicemente dava fastidio a qualcuno? Forse è così. Si sa che il quotidiano ha lottato molto perché si facesse chiaro nel caso dei brogli elettorali delle penultime e nelle ultime elezioni italiane.
La chiusura di un giornale provoca tristezza perché si perde uno strumento per la promozione della lingua e della cultura italiane all’estero, di questo passo gli italo uruguayani sentiranno sempre più distante la patria di origine, si sentiranno sempre più orfani. Per non pensare poi alle persone che lavoravano nel giornale, che avevano famiglia e che ora non hanno più uno stipendio su cui contare.
E pensare che il presidente Mattarella in occasione della sua visita a Montevideo aveva espresso gratitudine alla testata per il suo ruolo di collegamento con l'Italia e perché stava svolgendo un'opera di grande importanza per due ragioni, primo perché la stampa è un elemento fondamentale della libertà, della democrazia e chi collabora a un giornale conferisce a tutta la collettività un grande contributo che rassicura, che garantisce la circolazione delle idee, garantisce la conoscenza degli avvenimenti, consente che si svolga un giudizio e quindi garantisce il sostegno la libertà e la democrazia, e in secondo luogo perché questo lavoro viene svolto per tenere il collegamento intensamente alto con l'Italia. “Di questo – aveva concluso- ringrazio molto il direttore Mimmo Porpiglia e tutto il corpo redazionale che vi lavora. Grazie molto per quello che fate"
Anna Severi