di BRUNO TUCCI
In Parlamento litigano, in Romagna annegano: opposizione frantumata e suicida, mentre il governo riesce a mettere insieme due miliardi per gli interventi più urgenti in favore degli alluvionati. Anche se ossessionato da una preoccupante situazione economica,
“Non è stato facile recuperare questa somma”, dice Giorgia Meloni. “Ho avuto un grande aiuto dai ministri che hanno contribuito in maniera determinante a raggiungere questo risultato”. Soldi immediati agli operai ormai senza lavoro, all’agricoltura, alle persone rimaste senza un tetto, a quanti operano in campagna, a quanti sono soggetti all’Iva e, infine, agli artigiani.
Cifre che dovrebbero unire l’Italia in un momento difficile come questo, invece che dividerla in due. Al contrario, che cosa succede? L’opposizione, grida, inveisce contro la maggioranza e, aiutata da certa stampa, mette in rilievo in prima pagina la nomina di un presidente della commissione antimafia.
È una donna, Chiara Colosimo parlamentare di Fratelli d’Italia. Succede il finimondo. “È uno schiaffo che il Paese non meritava”, tuona il dem Walter Verini. I 5Stelle e lo stesso Pd escono dall’aula per protesta al momento dell’elezione. Quali gravi reati ha commesso il neo numero uno della commissione antimafia.?
“E’ amica di un esponente dei Nar. Ci sono molte fotografie a dimostrarlo”. Ai cronisti che l’attorniano, la deputata spiega: “Ho incontrato Luigi Ciavardini (ecco il nome dell’ex Nar) quando ero prima consigliere comunale e poi regionale perché lui faceva parte di una commissione che difendeva i detenuti. Tutto qui. Sono i fatti a dimostrare quanto mi sia battuta per contrastare la mafia”.
Abbiamo detto di come si siano comportati dem e grillini al momento del voto: se ne sono andati dall’aula, tranne rientrare quando si sono scelti i due vice: Federico Cafiero De Raho, vicinissimo all’ex presidente Giuseppe Conte e Mauro Dattis di Forza Italia. Pausa. Poi l’elezione a segretario di un dem, Antonio Barbagallo. A questo punto si è toccato con mano quanto l’opposizione sia spaccata. Ad inveire ed a gridare sono stavolta gli esponenti di Italia Viva. “Si sono divisi la torta”, protestano. Sono gli unici, infatti, a rimanere a bocca asciutta.
Indipendentemente dalla rissa che ancora una volta ha dimostrato quale sia l’attuale comportamento di alcuni parlamentari, c’è da mettere in rilievo il momento in cui avvengono certi episodi. L’Emilia, la Romagna e le Marche sono in ginocchio per un evento atmosferico senza precedenti.
I danni sono oggi incalcorabili, ma si tratta di cifre che toccano i miliardi. Il presidente Stefano Bonaccini si comporta in modo egregio. Pur essendo appartenenti a partiti diversi, insieme con il premier, si rendono conto che non è questo il momento dei forti contrasti che sfociano in episodi inqualificabili.
Invettive, spesso qualche male parola perché la destra, per volere del popolo è in maggioranza. Quando era al governo l’opposizione nessuno della sinistra fiatava se si verificava un episodio come quello che ha avuto come protagonista l’onorevole Colosimo. E’ forse questo un periodo che permette all’Italia di spaccarsi e di non mettersi al lavoro tutti insieme per ricostruire il Paese?
Pare proprio di no. Se avviene un simile patatrac quando tre regioni sono state travolte dalla pioggia, allora vuol dire che sono stati scelti male gli uomini e le donne che oggi siedono in Parlamento. La musica deve cambiare, il ritornello deve essere diverso ed anche i media debbono recitare il mea culpa. L’ideologia non può recar danno ad un’Italia ferita gravemente.