UDINE - Dopo l’incontro con il sindaco di Cividale del Friuli presso la sede municipale il giorno della festa della Patria del Friuli, gli studenti e le studentesse argentini che frequentano le scuole superiori della regione grazie al progetto “Studiare in Friuli” sono stati ricevuti il 31 maggio, a Udine da Giuseppe Morandini, presidente della Fondazione Friuli, e da Loris Basso, presidente dell’Ente Friuli nel Mondo, realtà che sostengono il progetto di interscambio per i discendenti dei corregionali all’estero fin dalla prima edizione.
L’iniziativa, che è alla sua ventiduesima edizione, è promossa dal Convitto Nazionale “Paolo Diacono” di Cividale, dove i ragazzi sono stati accolti e dove soggiornano per tutto l’anno scolastico.
Si tratta di 20 ragazzi tra i 15 e i 17 anni, per questa edizione tutti discendenti di emigrati in Argentina, che sono voluti ritornare nella terra dei loro avi per riscoprire le proprie radici e prendere contatto con i luoghi e le famiglie di provenienza, nonché per sperimentare da vicino la cultura, le tradizioni, la lingua e i valori che sono stati loro tramandati. La loro esperienza sta volgendo al termine e, prima di rientrare, i giovani hanno voluto ringraziare personalmente coloro che l’hanno resa possibile. Ad accompagnarli c’era Alberta Pettoello, rettore e dirigente scolastico del Convitto Nazionale “Paolo Diacono” di Cividale, insieme con il referente di progetto Giorgio Cromaz.
“Studiare in Friuli” offre la possibilità ai discendenti dei corregionali all’estero di frequentare per un anno scolastico i Licei annessi al Convitto Nazionale e le altre Scuole superiori del territorio, tecniche e professionali. Durante la loro permanenza, gli studenti sono seguiti da docenti-tutor e da educatori del Convitto, al fine di realizzare il progetto formativo di ciascun borsista che porterà ad un’indagine conoscitiva sulla storia e sulle origini della propria famiglia, tra ricerche d’archivio e sopralluoghi ai posti dei propri avi, entro una nuova sinergia con gli archivi della regione e gli enti depositari di beni documentali.
Il programma loro riservato è teso a riconnettere questi giovani con la cultura e la terra da cui si staccarono i propri avi, emigrati nel corso del XIX secolo, entro un percorso di recupero e valorizzazione in riferimento alla cultura friulana e italiana che comprende attività mirate al loro orientamento professionale e umano, magari improntato ad un più forte legame con la realtà culturale e imprenditoriale della regione FVG, per tramite della collaborazione tra il Convitto Nazionale e Enti, Istituzioni e Associazioni sul territorio. Grazie alla dimensione plurilingue che caratterizza il Convitto Nazionale, ai ragazzi viene garantito un ampliamento dell’orizzonte linguistico secondo un percorso rivolto anche al mantenimento delle specifiche identità, al termine del quale è loro rilasciata la certificazione di lingua italiana a cui, da quest’anno, si aggiunge il patentino ICDL, al fine di potenziare l’efficacia di tale esperienza. Inoltre, l’inserimento degli studenti argentini nelle classi delle Scuole Secondarie di secondo grado determina un vantaggio rilevante anche per gli studenti del Friuli-Venezia Giulia, grazie a scambi e confronti che favoriscono la diffusione della dimensione internazionale dell’istruzione.
Il percorso formativo dei 20 studenti sarà riconosciuto in Argentina grazie alla normativa sulla mobilità studentesca internazionale. Come ricordano i referenti del progetto, al termine delle passate edizioni i ragazzi e i loro familiari hanno espresso grande soddisfazione per i risultati prodotti dall’esperienza integrata di studio e di vita vissuta in un contesto culturale e sociale diverso da quello di nascita, nel segno del recupero del passato e nell’acquisizione di una conoscenza aggiornata della cultura delle proprie radici.
“Siamo consapevoli dell’elevato valore formativo del progetto, volto all’arricchimento del bagaglio esperienziale e culturale dei giovani, in un'ottica di cittadinanza attiva che coniuga formazione interculturale e identità locali all’insegna della reciprocità”, ha osservato il rettore del Convitto Nazionale Alberta Pettoello. “Perché durante l’estate alcuni studenti italiani frequentanti il CNPD raggiungeranno i loro colleghi argentini per un mese di immersione nella realtà sudamericana nell’ambito di un progetto correlato. Insomma, “Studiare in Friuli”, favorisce la creazione di rinnovati legami/Lazos tra la comunità di provenienza e quella di arrivo, entro un circuito virtuoso con ricadute che dai giovani discendenti di friulani “di ritorno” si irradia alla comunità studentesca, e non solo, del Convitto Nazionale”.
Nel corso degli anni, l’iniziativa ha portato a Cividale quasi seicento giovani provenienti da tutto il mondo contribuendo così a rinsaldare i rapporti delle comunità dei corregionali all'estero con la loro terra natia. La continuità del progetto, visti i risultati conseguiti nel tempo sia sul piano didattico e educativo, sia sul piano del consolidamento dei legami con i Friulani residenti all’estero, è stata garantita dal sostegno finanziario di diversi Enti: dalla Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia alla Fondazione FRIULI, dal Comune di Cividale del Friuli alla CiviBank all’Ente Friuli nel mondo.