NAPOLI – “Il Comune di Taormina è in dissesto finanziario, è senza dipendenti, soffre per una disorganizzazione complessiva e registra una evasione fiscale che sfiora il 75%: questa è la situazione che ho ereditato il 30 maggio, quando mi sono insediato, e in venti giorni abbiamo aperto tutte le vertenze fondamentali avviando la riorganizzazione del palazzo comunale”. A raccontare i primi giorni da sindaco di Taormina, la ‘perla dello Jonio’ simbolo del turismo in Sicilia, è Cateno De Luca, in una videointervista alla Dire.
“Ho già introdotto la regolarità tributaria per gli assessori, i consiglieri comunali e i dipendenti, che ha già avuto l’effetto di indurre gli altri a pagare e che ci sta facendo incassare grandi risorse – racconta De Luca -. Ho fatto tutto questo perché è impensabile che una città come Taormina debba sopportare il 75% di evasione. Qualcuno mi ha definito ‘sindaco sceriffo’? No, sono una persona che in quel ruolo deve fare rispettare le regole e deve dare servizi, ma per farlo deve anche avere gli strumenti previsti dalla legge”.
E dopo avere sfiorato l’argomento dei rapporti tesi con la Regione sulla vicenda del Teatro Antico (“c’è stato uno scontro ma si sta arrivando a una intesa per avere quelle risorse che Taormina merita perché location di grandi eventi organizzati dalla Regione con il Teatro Antico e noi dobbiamo garantire sicurezza, decoro e gestione dei rifiuti al momento senza un euro mentre altri fanno affari”), De Luca racconta il segreto dei suoi successi elettorali con il movimento Sud chiama nord: dall’Ars, dove accanto a lui ci sono altri sette deputati, alle Politiche, con l’elezione di un deputato e di una senatrice dello scorso anno, fino alle recenti Amministrative di Taormina.
“Le nostre battaglie all’Ars sono state finalizzate ad accelerare la capacità di spesa della Regione, che è fanalino di coda rispetto alle altre. Nell’ultima legge di stabilità abbiamo contribuito, nonostante siamo all’opposizione, a introdurre norme di semplificazione e velocizzazione della spesa. Su otto parlamentari sei siamo sindaci – spiega -, rappresentiamo l’esigenza di un territorio finora soffocato da una visione palermocentrica. Vivo il territorio e mi immedesimo con i suoi problemi e le esigenze, quello che non fa l’attuale politica. I nostri risultati – evidenzia – sono frutto di un lavoro fatto negli anni. La fama di buon amministratore mi ha portato ad essere eletto sindaco anche in altri Comuni (l’ultimo era stato Messina, ndr) e così oggi siamo la prima forza politica in Sicilia. Alle Regionali – conclude De Luca – ho ottenuto 520mila voti da candidato presidente e non ho vinto perché l’election day ha agevolato Schifani. Il segreto? Vivere il territorio, interpretarlo in ogni momento e fare le battaglie. Ho assunto decisioni forti in passato, anche di rottura nei confronti del sistema, perché quando si tratta di difendere le prerogative del territorio non bisogna accettare una visione centralista. Questo porta la gente a immedesimarsi in me”.