ROMA – “Rabbia per le donazioni da oltre un milione di euro per il poliziotto che ha ucciso Nahel”: è il titolo scelto dal quotidiano Le Monde per un articolo dedicato alle disparità dei sostegni forniti a chi ha sparato e a chi invece ha perso un figlio o un nipote di 17 anni.
Il quotidiano ricostruisce la vicenda delle raccolte fondi, ormai da giorni al centro di accuse e polemiche sui social network e sui media. Secondo Le Monde, a ideare l’iniziativa di solidarietà verso l’agente e i suoi familiari è stato “un commentatore di estrema destra”, Jean Messiha, definito “vicino al politico anti-islam” Eric Zemmour. La colletta, online sulla piattaforma GoFundMe, ha permesso a oggi di raccogliere oltre un milione e mezzo di euro, quasi 30 volte la somma che gli organizzatori si erano prefissati. A donare sarebbero già state infatti oltre 46mila persone.
A suscitare la “rabbia” della quale riferisce Le Monde nel titolo è però anche il confronto con il sostegno ricevuto dai familiari di Nahel, giovane con origini algerine, fermato dalla polizia e ucciso in circostanze ora al centro di un’inchiesta. Secondo il giornale, a ieri sera i fondi donati attraverso questa iniziativa non superavano di molto i 200mila euro.
Il caso è stato affrontato anche dalle tv. La nonna di Nahel, identificata dai media come Nadia, ha detto di avere il “cuore spezzato” per il supporto mostrato verso l’agente che ha sparato. “Ha ucciso mio nipote” ha aggiunto la donna in un’intervista con l’emittente Bfm. “Questa persona deve pagare, come tutte; ho fiducia nel sistema giudiziario, credo nella giustizia”.