Gente d'Italia

Ucraina, Usa inviano bombe a grappolo. Mosca: “Pericolosa escalation”

(foto archivio)

"E' stata una decisione molto difficile ma necessaria, l'Ucraina e' a corto di munizioni e ne ha bisogno": il presidente Usa Joe Biden rompe gli indugi e autorizza l'invio delle controverse munizioni a grappolo a Kiev, ignorando l'imbarazzo di alleati come Germania e Francia, gli appelli degli attivisti per i diritti civili, la contrarietà dell'Onu, il malumore di molti dem e la minaccia di Mosca: "Sarebbe una pericolosa escalation", ha tuonato l'ambasciatore russo all'Onu Vasily Nebenzya, dimenticando che l'esercito di Mosca le utilizza già dall'inizio del conflitto.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky invece ringrazia al volo su Twitter: "Un tempestivo, ampio e più che necessario pacchetto di aiuti alla difesa dagli Stati Uniti. Siamo grati al popolo americano e al presidente Joseph Biden per i passi decisivi che avvicinano l'Ucraina alla vittoria sul nemico e la democrazia alla vittoria sulla dittatura.

L'espansione delle capacità di difesa dell'Ucraina fornirà nuovi strumenti per la liberazione della nostra terra e per avvicinare la pace". La decisione del commander in chief - legata ad un nuovo pacchetto di aiuti da 800 milioni di dollari che include anche veicoli corazzati Bradley e Stryker, proiettili per obici, per i Patriot e per i sistemi missilistici di artiglieria ad alta mobilità (Himars) - è motivata dalla carenza di munizioni tradizionali occidentali e dai timori sul ritmo della controffensiva ucraina, che procede più lentamente della attese, come ha confermato anche il Pentagono. Ma le 'cluster munition' restano oggetto di polemiche, anche se gli Usa - come la Russia e l'Ucraina - non sono tra i 123 Paesi firmatari della convenzione che le vieta per la loro pericolosità: queste munizioni infatti rilasciano sotto-munizioni più piccole che possono rimanere inesplose a lungo e mettere quindi in pericolo i civili, soprattutto i bambini, che spesso scambiano i pericolosi cilindri colorati per giocattoli. La convenzione fu firmata a Oslo nel 2008 per mettere al bando qualsiasi produzione e uso di munizioni a grappolo.

A dare slancio alla campagna fu la guerra in Libano del 2006, dove l'Onu stimò che sino al 40% di questo tipo di ordigni sganciati da Israele erano rimasti inesplosi. Gli alleati di Washington hanno reagito con prudenza, senza criticare la decisione Usa. Parigi e Berlino hanno spiegato che non seguiranno la mossa di Biden citando la convenzione che hanno sottoscritto. "La Germania ha firmato la convenzione, per noi non è un'opzione", ha commentato il ministro della difesa tedesco Boris Pistorius. Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha osservato che l'Alleanza "non ha una posizione sulle munizioni a grappolo: molti alleati hanno firmato la convenzione che le vieta, altri no. Sono i singoli alleati a decidere che armi inviare: la Russia usa le munizioni a grappolo per invadere l'Ucraina, Kiev per difendersi", ha precisato.

Gli attivisti per i diritti umani sono stati più espliciti e organizzazioni come Human Rights Watch hanno esortato gli Usa ad astenersi dall'inviarle e la Russia e l'Ucraina a "smettere immediatamente" di usarle. Biden ha dovuto comunque aggirare una legge statunitense che proibisce la produzione, l'uso o il trasferimento di munizioni a grappolo con un tasso di fallimento superiore all'1%. Un portavoce del Pentagono, il generale Patrick Ryder, ha assicurato che gli Stati Uniti "selezioneranno attentamente" le munizioni a grappolo per l'Ucraina in modo che abbiano un tasso di errore del 2,35% o inferiore, riferendosi alla percentuale di sotto-munizioni trasportate da ogni proiettile che possono restare inesplose. E il consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan, pur riconoscendo i rischi per i civili di questo genere di bombe, ha ricordato che i russi le usano per attaccare mentre gli ucraini le impiegheranno per difendersi e hanno dato garanzie scritte che minimizzeranno i pericoli per i civili.

Il presidente Usa Joe Biden ha annunciato che gli Stati Uniti hanno finito i distruggere tutte le loro scorte di armi chimiche, adempiendo a un impegno previsto dalla Convenzione sulle armi chimiche del 1997. "Oggi sono orgoglioso di annunciare che gli Stati Uniti hanno distrutto in modo sicuro l'ultima munizione in quella scorta, avvicinandoci di un passo a un mondo libero dagli orrori delle armi chimiche", ha dichiarato Biden in una nota.

Per superare l'impasse della controffensiva ucraina, la Casa Bianca ha preso in considerazione anche l'approvazione del sistema missilistico tattico a lungo raggio Atacms, che ha una gittata di circa 300 km, sufficiente per colpire obiettivi russi molto dietro le linee del fronte, anche in Crimea da dove partono gli attacchi con droni di fabbricazione iraniana. La Ue intanto accelera verso l'approvazione di un accordo da 500 milioni di euro per rafforzare la produzione di munizioni e missili per l'Ucraina.

Exit mobile version