Un dialogo “libero e franco” con un interlocutore “disponibile” e propositivo. Oggi il nuovo Comitato di presidenza del Consiglio generale degli italiani all’estero ha incontrato – da remoto – il sottosegretario agli esteri Giorgio Silli, che ha le deleghe per gli italiani nel mondo. Un incontro convocato “per conoscersi” ma anche per capire come “far ripartire l’attività del Cgie” mettendo sul tavolo i temi emersi durante la plenaria di insediamento svolta a giugno.
A fare la sintesi di questo primo incontro – cui hanno partecipato tutti i membri del Cdp tranne Ricardo Merlo, impegnato in altra riunione – è stato il segretario generale Michele Schiavone, insieme ai vicesegretari Silvana Mangione (Usa) e Gianluca Lodetti (Italia), e ai consiglieri Walter Petruzziello (Brasile) e Rocco Di Trolio (Canada)
“Abbiamo riscontrato una grande disponibilità da parte del sottosegretario Silli a farsi parte propositiva di molte nostre sollecitazioni”, ha riportato Schiavone. “Abbiamo parlato della programmazione delle attività del Cgie per la seconda parte dell’anno”, da tutti i punti di vista, “sociale, culturale e politico”.
Serve una “nuova stagione di riforme”, è stato ribadito, a cominciare da quella della rappresentanza che, ha ricordato Schiavone, era oggetto di proposte di legge dall’iter avanzato - poi interrotto dalla prematura fine della passata Legislatura – senza dimenticare cittadinanza e voto all’estero. “Abbiamo chiesto di riaprire questi argomenti” che sono “pilastri essenziali su cui si fondano i diritti degli italiani all’estero”, registrando la “disponibilità concreta del sottosegretario a discutere e a ripartire, prendendo come riferimento la documentazione già elaborata dal Cgie, per aggiornarla e proporla in un contesto di rinnovamento globale”.
Durante l’incontro si è parlato anche di preparare al meglio le elezioni europee del 2024 “per favorire la partecipazione dei connazionali che vivono nei Paesi membri”, così come dell’esigenza di “riprendere le attività preparatorie alla Conferenza Stato Regioni Cgie”, che nel dicembre 2021 “ha approvato nuove linee guida programmatiche, impegnando i vari soggetti dello Stato a darsi nuovi obiettivi”.
Spazio anche alla stampa italiana all’estero: “abbiamo sottolineato sulla necessità di rinnovare la normativa attuale, che va aggiornata e dovrà tener conto degli strumenti nuovi della comunicazione. Anche su questo – ha assicurato Schiavone – c’è la disponibilità del Governo per studiare insieme al Cgie e ai vari soggetti coinvolti una riforma degna di questo nome”. Ci sono “zone d’ombra” che vanno eliminate perché “editori e operatori dell’informazione hanno bisogno di regole certe”. Si è parlato anche della necessità di capire “con quale modalità gli italiani all’estero dovranno essere coinvolti nella programmazione del turismo delle radici, finanziato con i fondi del Pnrr e gestito dalla Farnesina”.
“Abbiamo verificato la disponibilità del sottosegretario ad impegnare il Governo affinchè questi temi non rimangano dei “desiderata” del Cgie ma entrino nell’agenda delle riforme”, ha confermato Schiavone che con i colleghi del Cdp ha ricordato al sottosegretario anche l’esigenza di reperire più risorse per la rete consolare e contributi per Comites e Cgie che quest’anno hanno visto dimezzata la loro dotazione; è stato quindi sollevato il tema dei contributi Maeci ad associazioni e organismi di assistenza. “Ci siamo impegnati a dialogare in vista del Documento di economia e finanza e della finanziaria di fine anno”, ha sintetizzato Schiavone.
Infine, è stato discusso il tema della promozione della lingua e cultura in tutti gli ambiti, “dagli IIC alle scuole, sia pubbliche che paritarie, ai Comitati della Dante”, riscontrando anche qui la piena disponibilità di Silli, “che ne discuterà con la sottosegretaria Tripodi, che ha le deleghe in materia”. Il Cgie, ha confermato il segretario generale, è pronto a “recuperare il tempo perduto tra pandemia e il “limbo” post-elettorale”.
Vice Segretaria per i Paesi anglofoni extra Ue, Silvana Mangione – in procinto di partecipare all’incontro del Ministro Piantedosi con la comunità al Consolato generale a New York – ha voluto anche lei evidenziare la “capacità di ascolto e di risposta con le “carte in tavola” del sottosegretario” cui lei è stata chiamata ad illustrare l’iter delle proposte di riforma di Comites e Cgie, impegnandosi a redigere una sorta di “scheda storica” per il sottosegretario. Quanto alla lingua e cultura, Mangione ha ribadito che “il quadro mondiale dell’insegnamento dell’italiano, in particolare nella scuola dell’obbligo, sta subendo tagli e perdite notevoli” sia per “mancanza di fondi” che “per l’applicazione della Circolare 4 che impone agli enti gestori una serie di adempimenti” dovuti “anche durante la pandemia”. Quello sulla lingua è “un discorso che attiene alla proiezione dell’Italia nel mondo, quindi di dovrebbe facilitare il lavoro di chi all’estero fa questa promozione, dando fondi necessari alle proposte dell’Amministrazione. Assistiamo a interventi a pioggia, ma a macchia di leopardo, mentre c’è bisogno di ricondurre la politica promozione linguistico-culturale ad un momento di coordinamento tra Ministeri e Cgie”.
Gianluca Lodetti, vicesegretario di nomina governativa, ha invece portato all’attenzione di Silli il tema dei servizi consolari: “aumentano i nuovi cittadini all’estero; nel post pandemia, come ampiamente previsto, è ripresa la nuova emigrazione; l’organico Maeci, nonostante qualche recente segnale, da anni non è sufficiente”. Tre condizioni che rendono critica la situazione e che mettono in pericolo non solo la qualità dei servizi ma la stessa “tenuta della rete”. Dunque serve “più organico e un impegno finanziario rinnovato e più incisivo”, da accompagnare ad una seria campagna di alfabettizzazione dei connazionali per prepararli alla crescente digitalizzazione dei servizi. Oggi più che mai “bisogna coinvolgere associazioni e patronati all’estero” per “fare squadra”, magari, ha concluso, iniziando con il ratificare l’ormai famosa convezione Maeci-patronati.
Membro del Cdp per il Sud America Walter Petruzziello ha chiesto a Silli “una mappatura della situazione consolare nel mondo. So che ci sono situazione particolari, ma so anche che in Sud America, soprattutto in Brasile e Argentina, la situazione è caotica”. Serve “uno studio sulle condizioni di ogni consolato”, così da individuare i problemi reali e provvedere ad una “divisione equa delle risorse umane”. Petruzziello ha quindi riportato a Silli l’azione di “scouting” del nuovo Console a Porto Alegre che si è occupato personalmente di trovare al Maeci funzionari disposti a trasferirsi nella sede brasiliana. “Ne ha trovati 4”, ha spiegato Petruzziello. “Ma non dovrebbe essere il Console a trovarsi collaboratori, deve farlo l’Amministrazione assegnando le sedi. Questa situazione è preoccupante”, ha sostenuto ribadendo l’utilità della “mappatura consolare” anche per il Cgie.
Sollecitato sul tema della stampa italiana all’estero, Schiavone ha ribadito l’impegno del Consiglio generale: “da quando è in vigore la Legge Crimi assistiamo a situazioni difficili e ad una mancanza di riconoscimento delle testate giornalistiche e non solo. Nella nostra interlocuzione, Silli ha citato le sue riposte a interrogazioni parlamentari in merito”. Il Cgie “è impegnato anche su questo fronte. La I Commissione tematica presieduta da Giangi Cretti si riunirà nei prossimi giorni”, ma il Cgie dovrà anche pensare a “riorganizzare un convegno tematico, come quello di 4 anni fa: già allora eravamo molto guardinghi sul testo poi diventato legge, che infatti abbiamo osteggiato fin dall’inizio”. Bisogna “sostenere tutti gli strumenti possibili per creare informazione e contribuire alla diffusione della lingua e cultura italiana all’estero. Ci attrezzeremo e lavoreremo affinchè si arrivi a promuovere un testo di riforma, per ampliare l’offerta dell’informazione con risorse finanziarie adeguate”.
Tra gli appuntamenti che il Cgie dovrebbe promuovere c’è, per Schiavone, anche una nuova Conferenza mondiale dell’emigrazione: “siamo ad un giro di boa: i numeri allarmanti sull’emigrazione si affiancano all’inverno demografico dell’Italia”. L’esperienza ha insegnato che “non bastano gli incentivi o le misure burocratiche per far tornare i giovani in Italia”. Serve discutere per “ridefinire le questioni centrali”, affrontare un “lavoro propedeutico” che contribuisca a trovare soluzioni concrete.
I temi “caldi” sono molti, il Cgie è pronto ad affrontarli e il sottosegretario Silli ha assicurato la sua disponibilità anche ad “appuntamenti settimanali”. Il Consiglio si preparerà dunque ad “aggiornare” la sua documentazione e a “coinvolgere le Commissioni tematiche per trovare soluzioni e fare proposte sulle future politiche degli italiani all’estero” con l’intento, ha concluso, di “creare le condizioni per un dialogo e un lavoro unitario”. (ma.cip.\aise)