La Procura brasiliana ha deciso di monitorare i profili online dei sostenitori di Jair Bolsonaro, ma l'iniziativa - definita dall'ex presidente di destra una "campagna di persecuzione ideologica" - ha avuto vita breve a causa di un'ondata di proteste ed è stata ritirata.
Tutto è partito dal sostituto procuratore generale, Frederico Santos, che aveva deciso di chiedere alla Corte suprema (Stf) che i gestori della rete fossero obbligati a inviare alle forze armate tutti i post di Bolsonaro riguardanti le elezioni dello scorso anno, insieme ai nomi dei quasi 70 milioni di 'follower' del leader dell'opposizione.
La richiesta del sostituto procuratore rientra in un piano di "pattuglia ideologica" che è motivo di "grande preoccupazione", avevano commentato gli avvocati di Bolsonaro.
"Cercando di identificare milioni di follower dell'ex presidente, il messaggio subliminale inviato a questo vasto pubblico è che la loro opzione di seguirlo sui social potrebbe essere confutata", avevano aggiunto.
In seguito alle polemiche, la procura generale della Repubblica ha emesso una nota in cui afferma che gli internauti non saranno monitorati.