Una vittoria che metterà fine "alla casta parassitaria, ladra e inutile di questo Paese": l'ultraliberista argentino, Javier Milei, ha commentato così il suo trionfo a sorpresa alle primarie presidenziali di ieri che, con il 30% delle preferenze ottenute, lo vede come il principale favorito alle elezioni di ottobre.
Sulla scia di questo successo, quello che alcuni hanno definito come il Jair Bolsonaro argentino, ritiene adesso di poter ingrossare ulteriormente le fila dei suoi sostenitori.
"Siamo in condizioni di vincere al primo turno... un terzo degli argentini ha deciso per il cambio", ha affermato nel suo primo discorso tenuto dopo la pubblicazione dei dati ufficiali.
"Siamo di fronte alla fine del modello della casta, quel modello la cui massima espressione è l'aberrazione chiamata giustizia sociale che solo produce deficit fiscale. Oggi abbiamo dato il primo passo per la rinascita dell'Argentina", ha aggiunto.
Nel suo programma di governo Milei promette tra l'altro di falciare gli impieghi nella pubblica amministrazione, la 'dollarizzazione' della valuta, la privatizzazione dei servizi pubblici (incluse sanità e istruzione) e l'eliminazione della Banca centrale.
Il candidato della coalizione di governo alla presidenza dell'Argentina, Sergio Massa - uscito sconfitto dal candidato ultraliberista Javier MIlei alle primarie presidenziali di ieri - ha annunciato che si dedicherà alla costruzione di una "nuova maggioranza" per cercare di ribaltare il risultato in vista delle elezioni presidenziali del 22 ottobre.
Sulla falsariga della "trasversalità" promossa a suo tempo dall'ex presidente Néstor Kirchner, Massa ha detto che cercherà di aggiungere nuovi spazi politici affinché il prossimo governo argentino non sia "solo un'unità di coalizione ma di unità nazionale".
Per quanto riguarda i due mesi di campagna elettorale che si aprono di qui a ottobre, Massa ha assicurato che la sua coalizione peronista, 'Union por la patria', "lotterà fino all'ultimo minuto" per vincere le elezioni.