Genova rende omaggio alle 43 vittime del crollo del ponte Morandi nel quinto anniversario della tragedia.
Il Presidente Mattarella richiama alle responsabilità per quanto accaduto e alla "responsabilità di fare giustizia", mentre il ministro Salvini sottolinea che "piangiamo le vittime non della sfortuna ma dell'avidità". Meloni: "Dalla tragedia è nato un 'modello, emerga la verità". Il guardasigilli Nordio: "L'Italia attende risposte dai processi in corso".
Parla il fratello di una vittima: "Non bisogna dimenticare perché non dimenticare significa aver capito che c'è stato uno sbaglio e garantire che non succeda più una cosa del genere", ha detto Michele Matti Altadonna, fratello di Luigi Matti Altadonna, 34 anni, morto nel crollo di Ponte Morandi.
Il monito di Mattarella
"Il crollo del Ponte Morandi a Genova ha rappresentato un drammatico appello alle responsabilità di quanti sono incaricati di attendere ad un pubblico servizio, sia di coloro che provvedono, sul terreno, alla erogazione agli utenti, sia di chi deve provvedere alla verifica delle indispensabili condizioni di sicurezza", sottolinea il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. "Nel quinto anniversario del crollo, con il suo tragico bilancio di vite umane annientate, con la profonda ferita inferta alla Città di Genova e alle coscienze di tutti gli italiani, la Repubblica rinnova e rafforza i sentimenti di vicinanza e solidarietà ai familiari delle vittime e a quanti hanno visto sconvolgere la propria esistenza da una catastrofe tanto grave quanto inaccettabile. Una vicenda che interpella la coscienza di tutto il Paese, nel rapporto con l'imponente patrimonio di infrastrutture realizzato nel dopoguerra e che ha accompagnato la modernizzazione dell'Italia. Un patrimonio la cui manutenzione e miglioramento sono responsabilità indeclinabili. La garanzia di mobilità in sicurezza è un ineludibile diritto dei cittadini".
"Il trascorrere del tempo non attenua il peso delle responsabilità per quanto accaduto. Ed è responsabilità fare giustizia, completando l'iter processuale, con l'accertamento definitivo delle circostanze, delle colpe, delle disfunzioni, delle omissioni", sottolinea Mattarella. "Con il sostegno del Paese intero, Genova ha saputo mettere in campo una grande reazione civile, che è divenuta forza ricostruttiva. Il nuovo Ponte San Giorgio ha saputo essere un simbolo di ripartenza e di efficace collaborazione tra istituzioni ed espressioni della società. Un risultato importante che dimostra ancora una volta come l'Italia sappia affrontare le sfide più difficili dando il meglio di sé nell'unità", conclude.
Meloni: "Dalla tragedia è nato un 'modello, emerga la verità"
"Nel quinto anniversario del crollo del Ponte Morandi si rinnova il dolore per le quarantatré vite spezzate in una tragedia che ha colpito al cuore Genova, la Liguria e l'Italia intera. Le quarantatré vittime, la sofferenza dei loro cari e i disagi degli sfollati rimarranno per sempre impressi nella nostra memoria. Così come non dimenticheremo mai l'eroismo dei soccorritori e l'impegno senza sosta dei tantissimi che, in quelle ore e in quei giorni drammatici, diedero testimonianza di quanto gli italiani sappiano donarsi al prossimo". Lo afferma la premier Giorgia Meloni in una nota.
"L'orgogliosa reazione dei genovesi, vettore decisivo della ricostruzione e della rinascita della città, è un esempio altrettanto potente della capacità del nostro popolo di non lasciarsi mai abbattere dalle difficoltà, anche le più estreme, e di sapersi rialzare. Da questa forza, dalla collaborazione tra le Istituzioni e dalle migliori energie del sistema imprenditoriale italiano è nato quel 'modello Genova' che ha permesso, in tempi record, di ricucire lo strappo inferto dal crollo del Morandi con la costruzione del nuovo Ponte Genova San Giorgio. Ma - prosegue - sono tante le domande poste da quella tragedia che sono ancora rimaste senza risposta. La rabbia, il dolore, la sete di giustizia dei familiari delle vittime sono sentimenti sacrosanti e che meritano tutto il nostro rispetto. A chi il 14 agosto 2018 ha perso un figlio, un genitore, un caro - tutto -, rinnoviamo oggi le doverose scuse dello Stato per ciò che è successo, pur consapevoli che nessuna parola sarà mai sufficiente a lenire la sofferenza e placare il desiderio di giustizia".
"Il processo sul crollo del Morandi è ancora in corso. La giustizia sta lavorando e noi, come tutti gli italiani, confidiamo nel lavoro dei magistrati. Il nostro augurio è che la verità possa emergere con tutta la sua chiarezza e che i responsabili di quel disastro siano acclarati e accertati. Perché sarebbe davvero imperdonabile che questa tragedia nazionale possa rimanere impunita", conclude.
Salvini: "Piangiamo vittime non della sfortuna ma dell'avidità"
"Noi piangiamo 43 vittime non della sfortuna, non del caso o del cambiamento climatico, ma della avidità dell'uomo e spero che qualcuno paghi il conto". Così il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini nel suo discorso per la cerimonia di commemorazione del crollo del ponte Morandi. "Questo ponte è rinascita, ha dimostrato unità ed efficienza. Conto di tornare l'anno prossimo con un disegno legge che equipari i cittadini vittime dell'incuria alle vittime del terrorismo. Ci sono stati miliardi di profitto, da investire in manutenzione ma non è stato fatto. Non anticipo sentenze, ma voglio tornare l'anno prossimo - ha concluso Salvini - con disegno legge che equipara queste vittime a quelle terrorismo"
Nordio: Attendiamo risposte sulle responsabilità"
"Nel giorno del quinto anniversario del crollo del Ponte Morandi, rinnovo la mia vicinanza ai familiari delle vittime e all'intera città di Genova: tutta l'Italia attende di avere - dai processi in corso - risposte sulle responsabilità di quella sciagura. Il Ministero della Giustizia continuerà ad assicurare ogni supporto agli uffici giudiziari genovesi". Così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, nel giorno del quinto anniversario del crollo del ponte Morandi.
Il procuratore Piacente: "Per il monito Capo Stato serissima considerazione"
"Talvolta le indagini di carattere procedurale possono portare all'estinzione dei reati per prescrizione. Ci sono però vicende che nella memoria rimarranno. Il giudizio della storia è inevitabile, a quello non ci si può sottrarre". Lo ha detto il procuratore capo di Genova Nicola Piacente a margine della cerimonia di commemorazione nei cinque anni del crollo del ponte Morandi. "Terremo conto" delle dichiarazioni emerse nel processo, "ma preferisco non commentare. Voglio solo ricordare che esiste un principio di presunzione di non colpevolezza fino all'ultimo grado di giudizio. Quello che mi auguro, e di questo sono sicuro, che ci sarà una valutazione serena e indipendente di tutto il compendio probatorio, a partire dalla procura della Repubblica". "Bisogna contemperare i diversi principi di carattere costituzionale: obbligatorietà dell'azione penale, presunzione della non colpevolezza e la decorrenza della prescrizione, con diritto del giusto per tutte le parti coinvolte - ha sottolineato Piacente -. Il monito del Presidente Sergio Mattarella è da prendere in serissima considerazione nell'ambito di questa cornice costituzionale che inevitabilmente comporterà dei tempi che ritengo possano estendersi ragionevolmente entro la fine del 2024, per avere la sentenza o quantomeno la requisitoria del pm. Bisogna essere chiari e leali - ha concluso -, ci sono le ipotesi più datate di omissione di atti d'ufficio e dei falsi che sicuramente andranno in prescrizione da ottobre 2023. Ma gli imputati possono anche rinunciare alla prescrizione e optare per un accertamento giudiziario".
Conte: "Il dolore non si attenua con il tempo"
"Cinque anni. Tanti ne sono passati da quel drammatico14 agosto 2018. Il dolore per la tragedia del ponte Morandi, che poteva e doveva essere evitata, non si attenua con il passare del tempo. Nell'attesa che venga fatta piena giustizia sull'accaduto, il nostro pensiero va alle 43 persone che non ci sono più e ai loro cari". Lo scrive su Facebook il presidente del M5s Giuseppe Conte.
La Russa: "Ferite del disastro ancora aperte"
"È con spirito di forte partecipazione che invio il mio saluto in occasione del quinto anniversario del crollo del ponte Morandi; un evento tragico e doloroso, che ha colpito al cuore Genova e tutta l'Italia. Questa cerimonia è un solenne momento di cordoglio e condivisione, in cui il primo pensiero deve andare al commosso ricordo delle 43 persone che in quella terribile mattina del 14 agosto 2018 hanno perso la vita, alle loro famiglie ed a tutti coloro che sono stati coinvolti in questa tragedia". Lo scrive in una nota il presidente del Senato Ignazio La Russa. "Le ferite di quel disastro sono ancora aperte, così come vivide sono nella nostra memoria le immagini di Genova spezzata in due e quel senso di sgomento, incredulità e precarietà che tutti abbiamo provato in quel momento - aggiunge -. Ma il pensiero oggi deve andare anche all'orgoglio di una comunità che, di fronte a tanto dolore, si è riunita per affrontare la sfida di ricostruire non solo un ponte, ma anche un senso di speranza e di fiducia nel futuro. La ricostruzione del ponte Morandi è stata un'impresa monumentale, e questo grazie all'instancabile determinazione di tutti coloro che hanno dedicato le loro energie e le loro competenze per restituire a Genova - all'Italia - un prezioso simbolo di connessione e progresso. La velocità con cui si è arrivati alla ricostruzione del Ponte Morandi - anzi del nuovo Ponte San Giorgio - è stata frutto di una sinergia senza precedenti tra pubblico e privato, tra istituzioni e cittadini, e rappresenta un modello di efficienza, rapidità e innovazione a cui tutti abbiamo il dovere di guardare. Ma questa cerimonia - prosegue il presidente del Senato - deve essere anche un'occasione per riflettere sulla lezione appresa dalla tragedia del ponte Morandi. Ricordare il dolore di Genova, insieme al dolore di tutti i luoghi del nostro Paese colpiti da disastri ambientali o infrastrutturali, deve essere motivo per non sottovalutare i segnali di allarme che provengono dai cambiamenti climatici in atto, dalle sempre più frequenti calamità idrogeologiche e dai tanti altri pericoli innescati dall'incuria o da uno sfruttamento irresponsabile dell'ambiente e delle sue risorse. Dobbiamo inoltre continuare a investire nella manutenzione, nel rinnovamento e nella sicurezza delle nostre infrastrutture; a essere vigili e ad agire tempestivamente. Perché nell'Italia che abbiamo il dovere di lasciare alle future generazioni non devono più esserci tragedie come quella del Ponte Morandi, ponti che crollano o morti per frane, alluvioni o inondazioni. Questa è la vera sfida che ci attende - sottolinea -. Ricordiamo quindi il passato, impariamo dal presente e soprattutto guardiamo al futuro con quello stesso sentimento di fiducia e di speranza con cui guardiamo al nuovo Ponte San Giorgio. Perché il ricordo di quella dolorosa mattina del 14 agosto di cinque anni fa resterà per sempre nei nostri cuori, ma la nostra determinazione a ricostruire e a crescere deve essere ancora più forte", conclude La Russa.
Fontana: "Sostenere la cultura della sicurezza"
"A cinque anni dalla sciagura del crollo del Ponte Morandi, desidero rinnovare le espressioni del più profondo cordoglio, mio personale e della Camera dei deputati, ai familiari delle 43 vittime e a tutta la comunità di Genova. Al dolore e allo sgomento per quell'immane tragedia, che colpì l'Italia intera, la comunità ligure seppe reagire con dignità e concretezza esemplari". Lo dichiara il presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana. "Resta indelebile nei nostri cuori - aggiunge - lo strazio per quelle vite umane spezzate, sentimento che convive quotidianamente con l'improcrastinabile esigenza di verità e giustizia sulle cause e sulle responsabilità. Occorre sostenere in ogni sede la cultura della sicurezza e della manutenzione affinché quanto accaduto il 14 agosto 2018 non si ripeta mai più", conclude.
Il governatore Toti: "Quel giorno doloroso è iniziato il riscatto"
"Nei momenti di quella giornata tragica d'agosto è cominciata quella riscatto, quella collaborazione, quella capacità che poi ha fatto della ricostruzione del ponte che avete davanti un modello per l'Italia. Oggi siamo qua per ricordare le persone che non ci sono più, ma siamo qua anche per chiederci che cosa possiamo e dobbiamo fare per onorare quelle vittime senza colpa. Noi che siamo qui sopravvissuti senza merito perché chiunque poteva passare su quel Ponte quel giorno? E credo che ci siano due parole: una è giustizia e una è coraggio". Lo ha detto il governatore Giovanni Toti durante la cerimonia di commemorazione delle vittime di ponte Morandi.
"Il coraggio che ci hanno dimostrato i familiari delle vittime che hanno saputo affrontare questi cinque anni senza un loro caro scomparso - ha detto Toti -. Senza una ragione, senza un perché. La giustizia è quella che aspettiamo dal tribunale. Voglio ringraziare anche il lavoro dei magistrati della procura del tribunale di Genova, impegnati in un lavoro complesso che non deve portare a vendetta, ma a verità e giustizia che è quella che si pronuncia nelle aule dei tribunali - ha sottolineato Toti -. È chiaro che cose che abbiamo letto tutti di quel processo fanno accapponare la pelle, però occorre avere fiducia nel lavoro dei magistrati, certi che sapremo la verità. Chi ha avuto una perdita così profonda avrà giustizia. La parte che spetta a chi ricopre una carica istituzionale pro tempore è quella di far sì che non accada più un altro ponte Morandi. Molto è stato fatto in questi anni e molto resta ancora da fare. Cosa vuol dire solo manutenere? Lo ha detto bene oggi il Presidente Mattarella, significa 'avere cura di quel complesso gigantesco di opere che i nostri nonni e i nostri genitori ci hanno affidato nel dopoguerra'. Vuol dire anche migliorarle e costruirle di nuovo. Questo è il compito della politica. Questo significa avere il coraggio di scelte che spero che quel che è successo possa ispirare a tutti perché quella tragedia come quel riscatto, quella ricostruzione, il lavoro da fare non hanno colori né simboli. Sono un patrimonio di questo Paese a cui Genova e la Liguria hanno pagato un tributo dolorosissimo"
Il sindaco Bucci: "Genova non dimentica e ha saputo reagire"
"Genova non vuole dimenticare e farà tutto il possibile perché questa giornata del 14 agosto sia ricordata anno dopo anno negli anni a venire. Quel giorno ha portato a 43 vittime che sono scritte là, ma sono soprattutto scritte nei nostri cuori. Sono scritte le nostre menti, sono scritte nel desiderio che abbiamo tutti noi di poter dire al mondo che è stata una grande ingiustizia e che vogliamo che queste cose non si ripetano più". Lo ha detto il sindaco di Genova Marco Bucci alla cerimonia di commemorazione delle vittime del crollo di Ponte Morandi. "Genova sente profondamente questo dovere di dimostrare al mondo che queste cose non debbono più accadere - ha detto Bucci -. E questo schiaffo che ha colpito la città ha fatto in modo che tutti noi ci riunissimo attorno a un obiettivo comune, lavorando e tirando su le maniche. Abbiamo dimostrato che è così che bisogna reagire, è così che bisogna fare".
"Non vogliamo che queste cose si ripetano più -ha detto Bucci -. Le cose vanno fatte bene, vanno fatte con la tecnologia e i finanziamenti, con cervello e cuore perché bisogna sempre pensare a quello che potrà succedere in futuro. È il dovere che abbiamo non solo come amministrazioni ma come cittadini nei confronti del prossimo. La nostra libertà finisce dove comincia quella degli altri e non possiamo nemmeno per un secondo correre rischio di infrangere la libertà e figuriamoci la vita delle altre persone. Questo è il messaggio che mi sento in dovere di ricordare ogni 14 agosto e che continuerà a fare anche chi verrà dopo di me, perché questo è il messaggio che Genova vuole lanciare al mondo. La nostra città vuole diventare una grande città internazionale e fare tante cose: ha tanti investimenti da mettere a terra, ma lo vogliamo fare rispettando quello che abbiamo imparato da questa tragedia. Vi siamo vicini -ha concluso Bucci -. E a tutti voi cittadini genovesi dico 'Genova non dimentica e non dimenticherà mai' e saremo sempre qui tutti assieme dimostrando con le opere come è questo Ponte che si deve lavorare per il futuro".