di BRUNO TUCCI
Di che colore sarà il settembre di Giorgia Meloni? “Più nero di così non potrebbe essere”, sostengono le opposizioni. “Svaniscono le promesse elettorali, tutti i nodi vengono al pettine”.
Non c’è dubbio che sarà un autunno difficile per il governo. Pensioni, flat tax, migranti: problemi che dovrebbero far tremare i polsi al presidente del Consiglio. Al contrario, da Palazzo Chigi non si teme un naufragio. Anzi l’esecutivo predica ottimismo e ritiene che tutto sarà presto risolto.
Tanta tranquillità è solo apparente perché in effetti le grane da sciogliere sono diverse e di non facile soluzione. Tanto più che Giuseppe Conte e Elly Schlein siedono sulla riva del fiume e aspettano fiduciosi che a breve il governo esploderà con tutte le conseguenze del caso.
A ingarbugliare la matassa il dissidio non più latente fra gli alleati di destra. Non solo fra Salvini e la Meloni, ora anche Tajani entra a gamba tesa e rende ancora più caotica una situazione già di per se stessa assai complicata. Temendo il peggio il ministro degli esteri e la premier cercano una via d’uscita comune. Parlano, si spiegano, alla fine firmano un armistizio che li lascerà tranquilli per qualche settimana.
“Stanno raschiando il barile”, urla il centro sinistra. “I conti non tornano, il bilancio fa acqua da tutte le parti”. Esempio emblematico quello del rincaro del prezzo della benzina che ha superato “la quota del due”.
Il ministro delle imprese Adolfo Urso, si difende e precisa che in Italia il carburante costa meno che in Francia, Spagna e Germania. Dimentica però che a quella cifra vanno aggiunte le accise ed il prezzo vola. “Non si può fare altrimenti”, dice l’esecutivo. “Perchè le accise rendono allo Stato circa 12 miliardi e di quei soldi il Paese non può fare a meno”.
La polemica e quindi il braccio di ferro non si ferma qui. Conte e la Schlein continuano la loro guerra che li vede per una volta uniti. Il salario minimo va bene, ma non solo. Avanza di nuovo il problema della liberalizzazione della cannabis che proprio in questi giorni la Germania ha approvato.
“L’Europa è con noi o contro di noi?”, si chiedono in tanti del centro destra. Il dubbio ha qualche fondamento se si va a vedere quel che è successo con le tasse sugli extraprofitti delle banche. Il presidente dei grillini ha subito detto che finalmente si prendeva una giusta iniziativa; mentre il segretario di Via del Nazareno ha sparato a pallettoni contro una decisione su cui qualche tempo fa era d’accordo come Giuseppe Conte.
Bene, il provvedimento stava marciando di buona lena quando è intervenuta l’Europa, la Banca Centrale europea per la precisione, a dare un segnale d’allarme ed a sostenere che quella misura non andava per il verso giusto.
In questo fine agosto, a vacanze quasi finite, il governo non ha un attimo di tregua. Ecco le femministe nostrane che si schierano a favore delle loro colleghe islamiste e si gettano a Trieste in acqua tutte vestite scarpe comprese.
Ed ancora: c’è un gruppo di furbetti italiani che va in Albania a trascorrere le ferie e tanto per non farsi conoscere fugge dal ristorante senza pagare il conto. “Lo farà l’Ambasciata italiana”, replica la Farnesina. “Con i soldi di chi? Del contribuente italiano” è la controreplica. Giorgia, allora, si mette le mani in tasca e dal portafogli conta l’euro che il ristorante pretende.
Dunque, che settembre sarà? I più ottimisti credono che se il governo dovesse avere delle crepe potrebbe intervenire Matteo Renzi a dare il suo apporto, ma anche fra gli esponenti di Italia Viva sono in molti a dire di no.
Allora, c’è di che essere preoccupati? Palazzo Chigi sostiene che tutto filerà liscio, ma le preoccupazioni sono tante.