LOSANNA - Il Comitato Mattmark, il Consolato Generale a Ginevra e il Comites Losanna Vallese hanno organizzato oggi, 26 agosto, la 58° commemorazione della tragedia di Mattmark, nel Vallese, in Svizzera, dove il 30 agosto 1965 due milioni di metri cubi di ghiaccio e di detriti si staccarono dal ghiacciaio dell’Allalin seppellendo il cantiere della diga e uccidendo 88 persone. Tra loro, 56 erano gli italiani.
“La tragedia di Mattmark del 30 agosto 1965 rimane, ancora oggi a distanza di tanti anni, un ricordo vivo nella memoria della popolazione del Vallese, accomunando nello stesso tragico destino lavoratori migranti e svizzeri”, scrive Domenico Mesiano, presidente del Comitato Mattmark. “Ricordiamo che in quella sciagura perirono 88 lavoratori di diverse nazionalità di cui 56 italiani. In quel triste numero, come in un mosaico, era presente l’Italia intera, dalle Alpi alla Sicilia. Tanti di questi operai avevano lasciato la terra natale per far vivere le loro famiglie. Questi si erano uniti ai lavoratori svizzeri e di altre nazionalità e con essi avevano imposto a questo universo di ghiaccio, neve e roccia, un’opera titanica di cui non avrebbero mai visto la realizzazione”.
“Soltanto adesso, dopo la scadenza del periodo di protezione dei dati di 50 anni, - riporta Mesiano – in un servizio giornalistico del 16 febbraio 2023 del giornalista Kurt Marti sul Beobachter, viene alla luce il progetto di sentenza preparato dal giudice Paul Eugen Burgener che voleva chiamare a rispondere i responsabili sette anni dopo il disastro di Mattmark. Ma il Tribunale cantonale del Vallese, composto da cinque membri, nel processo dell’autunno 1972, assolse tutti gli imputati. Paul Eugen Burgener, che aveva chiesto un verdetto di colpevolezza per quattro imputati della società di costruzioni Elektrowatt, fu messo in minoranza e ostacolato. Solo le sezioni introduttive e formali della bozza di sentenza di 80 pagine di Burgener furono incluse nel verdetto finale.
Il giudice Burgener venne ostacolato da una falange di politici e accademici. Come il Tribunale Distrettuale, anche il Tribunale cantonale segui la tesi della “imprevedibilità” avanzata dall’allora Consigliere federale Roger Bonvin e dal professore del Politecnico Gerold Schnitter poco dopo il disastro. Ma i due non erano osservatori neutrali. Nella sua bozza di sentenza, il giudice cantonale Paul Eugen Burgener aveva analizzato meticolosamente le azioni dei responsabili e aveva chiesto la condanna di quattro ingegneri di Elktrowatt “per omicidio colposo” La sentenza emessa dal Tribunale cantonale, invece, era come una posizione di appello contro la bozza di sentenza che Paul Eugen Burgener aveva meticolosamente redatto. Ci sono molti esempi agli atti del processo che avvalorano questa tesi. Il punto di vista del giudice Paul Eugen Burgener era stato, comunque, accettato dall’opinione pubblica già in occasione della Commemorazione del 50° Anniversario nel 2015. Mancavano solo gli atti processuali per avvalorare senza ombra di dubbio quello che tutti immaginavano e sapevano!”.
“L’organizzazione di questa Commemorazione – evidenzia Mesiano – intende dare testimonianza di verità per questi fatti e rendere attuale il sacrificio di quei lavoratori perché è in esso che trova fondamento la storia dell’emigrazione italiana all’estero nei sui diversi aspetti: storici, politici, economici, sociali e culturali. La natura umana è portata a dimenticare. Il nostro obbiettivo – conclude Mesiano – è quello di rendere attuale quegli avvenimenti perché la realtà odierna ci ripropone gli stessi schemi ed errori del passato, all’interno della realtà svizzera e nel resto dell’Europa e del Mondo, Italia compresa”.
La cerimonia è stata organizzata in collaborazione con l’Ambasciatore d’Italia a Berna Silvio Mignano e Console Generale d’Italia a Ginevra, Tomaso Marchegiani e sono stati invitati e coinvolti le Istituzioni, gli Enti, le Organizzazioni sociali, svizzere ed italiane, e i mass media.
Il programma ha visto il raduno sul piazzale della diga e un breve corteo fino al Cippo commemorativo; la celebrazione della Santa Messa e la posa della corona floreale in onore delle vittime. Quindi i discorsi e gli interventi delle Autorità presenti.
Alla fine della cerimonia il momento conviviale presso la Cappella S. Anna.