Gente d'Italia

Non c’è pace per questa destra targata Giorgia Meloni. Ogni giorno una disputa, ogni giorno uno scricchiolio, ogni giorno una polemica. Che succede?

Giorgia Meloni (Depositphotos)

di BRUNO TUCCI

Non c’è pace per questa destra targata Giorgia Meloni. Ogni giorno una disputa, ogni giorno uno scricchiolio, ogni giorno una polemica. Che succede? migranti, il salario minimo, la tassa sugli extra profitti delle banche. Forse i tre alleati non la pensano più allo stesso modo? E’ naturale che l’opposizione salga su questo carro per prendersela con la premier.

Giorgia, invece, pur essendo delusa per certi accertamenti, non si scompone e tira dritto per la sua strada sicura che alla ripresa dei lavori parlamentari tutto tornerà come prima. Siamo sicuri al cento per cento? Nessuno mostra un tale ottimismo perché le crepe non mancano e sono spesso del tutto evidenti.

Giorgia Meloni: migranti, salario minimo, tassa extra ed ora il libro di Vannacci - I migranti, il salario minimo, la tassa sugli extra profitti delle banche. Ora ci si è messo anche il contrasto sul libro pubblicato dal generale Roberto Vannacci, pieno (secondo alcuni) di frasi omofobe e razziste. Un minuto dopo averlo letto, il ministro della difesa Guido Crosetto, ha sollevato l’alto ufficiale dall’incarico.

Passate alcune ore, la destra si è spaccata a metà con alcuni che sostengono che Crosetto abbia fatto bene, mentre altri affermano che la decisione è stata affrettata. Perché? “Ognuno può avere le sue idee ed esprimerle liberamente”, affermano i favorevoli all’autore del libro.

Fortunatamente l’articolo 21 della nostra Costituzione non lascia dubbi a proposito. Il ministro, pur essendo meravigliato da queste parole, replica: “Io ho difeso soltanto le istituzioni”. Non è sufficiente questa dichiarazione ed ecco che non solo tra i Fratelli d’Italia (partito di Crosetto e della Meloni), ma anche tra i tre alleati alla guida del Paese, scoppia il finimondo.

Il primo, com’è ormai consuetudine, è Matteo Salvini, che ritiene il provvedimento “una condanna irragionevole” e va ancora più in là: “Ora corro a comprarmi il libro e sarò più preciso al riguardo. Come lui, la pensano migliaia di italiani”.

Queste parole incoraggiano il generale che dice: “Io non ritratto nulla e vedrete che alla fine avrò ragione”. A questo punto nel mirino entra di prepotenza Crosetto. Qualcuno sostiene che dovrebbe dimettersi visto che gli sono contro diversi esponenti del suo partito. E la Meloni non interviene? Elly Schlein, sempre pronta a gettare benzina sul fuoco, esclama: “La premier ci deve dire se sta con i moderati di Fratelli d’Italia o con i fascisti del suo partito”.

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