di MIMMO CARRATELLI
 

È nata una nuova squadra.
Lo slogan dello sponsor va corretto. Il Napoli di Garcia non è ancora nato.

Dopo la squadra dominante di Spalletti, il Napoli del tecnico francese sta appena nascendo con punti discutibili, il ruolo di Lobotka sottratto al centro del gioco azzurro, l’impiego ibrido di Raspadori, Olivera e non Mario Rui, baricentro medio-basso, minore palleggio, pressing non più alto, mancata adeguata sostituzione di Kim.

E si annuncia il passaggio dal 4-3-3 al 4-2-3-1.
Garcia cambia, annota, fa il suo lavoro. Il Napoli, come lo vuole il nuovo allenatore, deve essere pronto per metà settembre quando comincerà la Champions: la squadra azzurra deve giocarla da protagonista, è la squadra campione d’Italia.

Dopo appena tre turni il campionato si ferma per gli impegni delle nazionali. Per lavorare bene, in serenità, Garcia ha bisogno di concludere il breve rush a punteggio pieno mentre sta trasformando il Napoli.

Contro Frosinone e Sassuolo (in dieci) sono bastati sprazzi del vecchio Napoli, la furia agonistica di Osimhen, quel giocatore universale che è diventato Di Lorenzo, il magnifico avvio di Zielinski. Due vittorie, non due test probanti.

La Lazio, domani sera al “Maradona”, è un gradino più su nonostante il deludente inizio di campionato, un punto in due partite.
Evaporata inaspettatamente la squadra del secondo posto. Rimontata a Lecce e perdente col Genoa sul suo campo, non si sa che avversario sarà la Lazio.

L’anno scorso vinse a Napoli con un gol della domenica di Vecino.
Non può essere la partenza di Milinkovic-Savic ad avere dissolto la squadra di Sarri.
Errori difensivi, un atteggiamento passivo, qualche palo l’hanno bloccata. Risorgerà di colpo al “Maradona”? Il calcio riserva di queste sorprese.

Il Napoli deve temere questa insidia, deve essere pronto a fronteggiare un avversario improvvisamente in salute.
Sarri giocherà col suo 4-3-3 ortodosso. Avrà gli esterni d’attacco molto larghi per aprire la difesa azzurra. Cruciale la fascia destra del Napoli con Di Lorenzo e Zaccagni.

Quanto conterà la veemenza dell’esterno laziale per limitare le proiezioni offensive del difensore? Di Lorenzo continuerà a sprintare e su Zaccagni uscirà Rrahmani?

A centrocampo dovrebbe prevale la migliore qualità del Napoli, ma con Lobotka basso la squadra perde il suo motore vibrante, la Lazio potrebbe essere incoraggiata a un match più coraggioso.

Sarebbe importante avere Mario Rui che, con Anguissa, formerebbe il tandem dei registi supplendo al “vuoto” di Lobotka nel cuore del gioco.

Vedremo meglio sul campo la strategia di Garcia che vuole un Napoli più contratto per avere spazio d’assalto per Osimhen sollecitato da opportune verticalizzazioni.

La Lazio reciterà un copione già assimilato, il Napoli si ha l’impressione che, per prevalere, dovrà inventarsi la migliore interpretazione dell’assetto voluto da Garcia.

Pare resti fuori Raspadori (Politano esterno destro).
Sarebbe una rinuncia che prefigura difficoltà per il futuro, Raspadori e non Lindstrom, appena preso, appare il giocatore più adatto per un Napoli ritoccato rispetto alla squadra di Spalletti, ritoccato ma non cambiato profondamente.

Kvaratskhelia, meglio allenato e chissà come portato più dentro al campo da Garcia, dovrà dare risposte convincenti in zona-gol, il georgiano non segna da aprile.

Andiamo a vedere i miglioramenti della squadra voluti dal tecnico francese. I dubbi non sono pochi, una smentita dal campo sarebbe confortante.