ROMA - Sono rientrati in Italia ieri, 10 settembre, con un volo di linea partito da Casablanca i primi italiani che si trovavano in Marocco al momento del terremoto che ha colpito il Paese la notte tra l’8 e il 9 settembre. Il bilancio della scossa di magnitudo 6.8 è salito a 2.862 vittime con almeno 2.562 feriti lo ha reso not il Ministero dell'Interno. Nella mattinata di sabato sono state avvertite ulteriori scosse di circa 4 gradi, sempre nella regione di Marrakech.
Atterrati all’aeroporto di Fiumicino, gli italiani erano visibilmente scossi ma sollevati per lo scampato pericolo. È invece ancora bloccata sul passo montano del Tizi n' Test, a oltre 2.000 metri sulle montagne dell'Atlante, la famiglia di turisti italiani in vacanza in Marocco. La famiglia, moglie, marito e il figlio quindicenne, si trovava in hotel ed è rimasta isolata a causa di una frana sulla strada seguita al terremoto. Nel pomeriggio di sabato sono arrivati i mezzi di soccorso e hanno iniziato a sgomberare la carreggiata.
Nel frattempo ieri il vice presidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, ha contattato il suo omologo marocchino Nasser Bourita per presentare le sue condoglianze e del Governo al popolo marocchino per il violento terremoto che ha colpito il Paese.
Tajani ha altresì ribadito la disponibilità dell’Italia a offrire ogni forma di assistenza umanitaria, mettendo, in particolare, a disposizione del governo di Rabat squadre di emergenza, nonché asset di sostegno all’attività degli ospedali e, più in generale, quanto possa essere necessario per far fronte all’emergenza umanitaria e per pianificare attività di supporto alle strutture sanitare marocchine danneggiate dal sisma.
Nel restare in contatto con l’ambasciatore d’Italia in Marocco, Armando Barucco, Tajani segue costantemente gli sviluppi della situazione, soprattutto in relazione alle attività di assistenza agli italiani interessati dal terremoto.
Fino ad oggi, l’Ambasciata a Rabat e il Consolato Generale a Casablanca, in raccordo con l’Unità di Crisi e anche grazie al desk istituito presso l’Aeroporto di Marrakesh, hanno fornito supporto ad oltre 500 connazionali.