di BRUNO TUCCI
Ecco la nuova idea del Pd: creare una nuova corrente. Se ne sentiva il bisogno? Proprio no, visto che se il partito soffre di una crisi è proprio quella di non essere unito. Eppure a sostenerla non è un gruppo di esponenti sconosciuti in cerca di pubblicità. Sono nomi di un certo peso a cominciare dall’ex ministro della cultura Dario Franceschini, il quale sarebbe disposto a sciogliere il suo gruppo pur di raggiungere questo risultato. Insieme con lui si sono schierati subito un altro ex ministro, Francesco Boccia, fedelissimo di Eddy, Nicola Zingaretti che per anni ha governato il Lazio, e molti orfani di Enrico Letta, delusi dal nuovo corso spostato troppo a sinistra.
Una nuova corrente: la nuova idea del Pd
“Questo non è un governo di destra, è peggio della destra”, dicono in coro. E chiamano subito al loro capezzale il segretario di Via del Nazareno. Contenta la Schlein? Personalmente si, orgogliosa di così tanto seguito. Però, da un punto di vista prettamente politico Elly è morsa da tanti dubbi. Rammenta in cuor suo: se il partito è ridotto così è colpa di chi se non delle varie fazioni che dividono il Pd? Quindi, è favorevole o no, il numero uno dei dem? E’ titubante per le ragioni che abbiamo detto. Allora non si pronuncia, sta alla finestra e continua a lavorare per tenere unito il più possibile i dem.
Chi ha avuto questa grande idea di creare una nuova scissione (non si può definire in maniera diversa)? I nomi altisonanti sono quelli di cui abbiamo scritto all’inizio, ma molti si chiedono il perché di una simile iniziativa. Per il semplice motivo che pur essendo i sostenitori assoluti della attuale segreteria non dominano nel partito e debbono assistere impotenti ai tanti problemi da cui è afflitta la Schlein. Se, al contrario, tutto si dovesse risolvere come sperano, guidati sempre da Elly, diventerebbero i veri “padroni del vapore”.
E’ naturale che sul creare una nuova corrente una parte del Pd è assolutamente contrario perché chi contesta oggi potrebbe un domani non contare più niente. Sembra quasi assurdo, ma l’attuale assetto dei dem a molti piace, Primo, perché non sono dalla parte della Schlein per la sua sterzata a sinistra; secondo, perché se Franceschini and company l’avessero vinta, potrebbero dire addio alle poltrone che oggi occupano. Questa situazione di malcontento che nel Pd si aggrava esalta la destra che vede nell’opposizione una frantumazione che non porta da nessuna parte e la rende assai più debole.
E Giorgia Meloni?
Il sogno di Giorgia Meloni è quello di governare cinque se non dieci anni e le possibilità aumentano se nella minoranza non si trova un accordo che possa rendere più facile un assalto all’esecutivo. I dem non debbono combattere solo con i grillini che sono sempre più distanti dalle loro posizioni. Giuseppe Conte, dopo un periodo di incertezza e titubanza, è uscito allo scoperto e ha detto chiaro e tondo che con questo non Pd non c’è nessuna possibilità di una battaglia comune tale da sconfiggere Palazzo Chigi.
Forse, però, la verità è un’altra: il presidente dei 5Stelle ha in animo di diventare la forza di maggior peso della sinistra e questo risultato potrà raggiungerlo solo se nei dem continuerà oggi e domani lo stato di confusione che li attanaglia. Allora, perché creare questo correntone che dividerebbe ancor di più il partito? Per il grande desiderio di comandare a tutto campo senza che il fuoco amico ti impedisca di farlo. Dove porterà l’Italia questa continua guerra fra maggioranza e opposizione? “Da nessuna parte”, sostengono i benpensanti. Se si vuole superare il difficile periodo che l’Italia sta attraversando sarebbe necessario un diverso atteggiamento tra centro destra e centro sinistra sempre rispettando i ruoli che spettano a quanti si occupano di politica.