di BRUNO TUCCI
Pd e M5s, campo largo addio. Ormai non è più sotterranea la spaccatura che divide la sinistra. Eddy Schlein si guarda intorno e dice quasi addio al campo largo, quello che avrebbe dovuto battere la destra se si fosse riusciti a creare una forza unica.
Le previsioni degli ottimisti vanno in frantumi difronte alla realtà. Giuseppe Conte, sempre di più, esce allo scoperto e svela i suoi piani. Diventare la prima forza dell’opposizione, visti i grandi problemi del Pd. Quali? Soprattutto la diversità di opinioni che diventano praticamente insormontabili per la segretaria dei dem.
Le correnti si moltiplicano, Elly cerca in tutte le maniere di acquietare gli uni e altri, ma il compito non è facile. Anzi è assai complicato. “Mi dite voi come posso mettere all’angolo la maggioranza se siamo i primi noi a non sapere dove andare?” Parole amare che rendono problematica la situazione. Questa, comunque, non è l’unica preoccupazione per la Schlein.
Ora si fa sempre più evidente il piano di Giuseppe Conte. Forte della “guerra” che travolge via del Nazareno, l’ex presidente del consiglio prende la palla al balzo per sferrare il suo attacco. Come? Usando toni assai più duri nei confronti di Giorgia e del suo governo. Giuseppi non ha nemici tra i grillini, è davvero il padrone dei 5Stelle e non deve nemmeno difendersi dal fuoco amico. Allora, sogna di diventare il primo partito della sinistra rubando voti agli scontenti del Pd.
I quali vorrebbero un diverso atteggiamento da parte della Schlein. Per intenderci più duro, lasciando stare quelle parole incomprensibili ai più e andando sul territorio a ritrovare quella supremazia che una volta era del Pci. Perché nelle periferie e nelle zone più degradate delle grandi città la gente si è allontanata e non va più a votare o, peggio, preferisce altri partiti?
Conte, da quell’uomo furbo che è, pigia sull’acceleratore e non manca giorno che non critica l’esecutivo e le sue scelte. Dal salario minimo, al flop sui migranti, al caro benzina e all’abolizione del reddito di cittadinanza, piatto forte della sua campagna. Così, ruba qualche preferenza alla ex alleata e spera in cuor suo di compiere il sorpasso quando nel giugno prossimo si andrà a votare per le europee. Potrà succedere? E’ difficile fare previsioni, ma comunque lui ci sta provando senza se e senza ma.
I 5Stelle guardano al futuro con maggiore ottimismo perché vedono che anche nella maggioranza non si respira un’aria tranquilla. Giorgia deve combattere quotidianamente con le frenesie di Matteo Salvini e talvolta non ci riesce. Però, dà incarico ad un suo fedelissimo, Riccardo Molinari, capogruppo alla Camera per la Lega, di infilare la parola “rimpasto” nelle chiacchierate che fa con i giornalisti. “Non sarebbe una tragedia” , dice senza aggiungere altro. E’ un sostantivo che getta nel panico sia Fratelli d’Italia che gli eredi di Berlusconi perché non si sa chi potrebbero essere i silurati. Forse quattro, i più deboli chissà.
Il panorama si completa con un articolo che Matteo Renzi fa sul suo giornale (Il Riformista) scrivendo peste e corna di Giorgia. Però nessuno si fida di lui, perché mentre spara a pallettoni sulla maggioranza, non manca di strizzare l’occhio a Giorgia quando si parla di premierato. Dunque, che pronostici si possono fare per il voto di giugno? Nessuno lo sa dire, tranne la Schlein che dovrà sudare le proverbiali sette camicie se vorrà sedere ancora sulla più prestigiosa poltrona di via del Nazareno.