Se Robert De Niro e' alla sbarra a New York, costretto a difendersi dall'accusa di aver sfruttato e maltrattato la segretaria personale Graham Chase Robinson, il processo contro il due volte premio Oscar sta mettendo in luce una piaga di sistema: come cioe' star di Hollywood, ma anche tycoon e miti dell'arte da cui ci si aspetterebbe un comportamento conforme alle buone maniere, sono in realta' sfruttatori di ragazzi e ragazze alle prime armi che sperano di sfondare grazie alla vicinanza con lo star system.
Giovani come la Robinson, oggi 41enne ma entrata nell'orbita di De Niro a 25 anni.
Nel corso di oltre un decennio al servizio di 'Toro Scatenato', l'assistente personale dell'attore era arrivata a guadagnare 300mila dollari all'anno dovendo pero tollerare, a suo dire, un ambiente di lavoro "tossico" in cui lo stesso De Niro ha ammesso di essersi fatto grattare la schiena da lei almeno "un paio di volte". Ma "e' ridicolo", ha replicato lui: "Tutte le piccole cose con cui cerca di incastrarmi". Il processo civile, e la controcausa presentata dall'attore dovrebbero concludersi la prossima settimana. La Robinson, che chiede 12 milioni di dollari di danni, ha lavorato per De Niro tra 2008 e 2019 durante i quali afferma di esser stata trattata come una "office wife", mentre, per conto dell'attore, la sua compagna Tiffany Chen ha dato alla segretaria della "pazza" che "non sperava altro che diventare sua moglie".
Sembra pero' accertato che Robert non avesse avuto remore a chiedere attenzioni particolari, come chiedere alla segretaria di ordinare un Martini da Nobu per portarlo a casa sua dopo le 23, o di averla chiamata al cellulare due volte pur sapendo che lei era al funerale della nonna. "Se l'ho fatto, l'ho fatto", e' sbottato lui. Il fatto e' che il comportamento di De Niro, per strano che sembri, non è inusuale nel circuito in cui si muovono super ricchi e grandi del cinema. Nel 2019, riuniti attorno all'hashtag #PayUpHollywood, assistenti personali di vip hanno fatto a gara per denunciare il peggior trattamento subito da parte di padroni come Naomi Campbell, che nel 2007, in un attacco d'ira, tiro' un telefono addosso alla segretaria personale, o Christian Bale il cui Personal Assistant si e' sfogato in un libro dettagliando le sue mansioni tra cui annusare le ascelle della star prima di ogni red carpet.
L'ultima saga e' quella di Tom Sachs: Nike ha tagliato i ponti con l'artista dopo che l'inserzione postata su un sito in cui aspiranti artisti cercano lavoro era finita alla gogna per bizzarre richieste, tra cui portare i bulldog a spasso o gestire le nanny e i figli in eta' prescolare, indispensabili a facilitare "in ogni modo possibile" la vita del datore di lavoro e della moglie.