NAPOLI – “Alla fine di settembre il dipartimento di Protezione civile ha richiesto alla commissione per la Previsione e la Prevenzione dei Grandi rischi, composta da scienziati di riconosciuta competenza, di esprimere il proprio parere rispetto allo stato del vulcano e all’attuale livello di allerta giallo, dichiarato nel 2012 e progressivamente confermato negli anni successivi”. Lo ha ricordato, nel corso di un’audizione in commissione Ambiente alla Camera, il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci, evidenziando quanto emerso nel corso di una riunione della commissione del 27 e 28 ottobre.
In quell’occasione, la commissione “ha ritenuto opportuno che sia le attività di monitoraggio che le attività di prevenzione si intensifichino ulteriormente, così dice la commissione, e – le parole del ministro – si preparino all’eventuale necessità di passare rapidamente verso un livello di allerta superiore rispetto all’attuale giallo. Questo è quanto dice la commissione grandi rischi”.

Nel corso della riunione del 27 e 28 ottobre, la commissione Grandi rischi “ha dato avvio anche all’audizione di esperti, italiani e stranieri, soprattutto con coloro che hanno una specifica competenza sui Campi Flegrei. In base a quanto emerso e alle valutazioni compiute – ha detto Musumeci – la commissione ha rilevato che l’insieme dei risultati scientifici rafforza l’evidenza del coinvolgimento di magma nell’attuale processo bradisismico di sollevamento del suolo, coinvolgimento del magma che, ci hanno spiegato gli esperti, non significa la sua presenza in superficie, per la quale non ci sarebbero evidenze, ma il suo ruolo nella dinamica del bradisismo, che va dunque continuamente monitorato, come si sta facendo. In particolare, la commissione ha ritenuto che il quadro complessivo, pur se non di univoca interpretazione, faccia comunque emergere la possibilità che i processi in atto possano evolvere ulteriormente”.

Le affermazioni della commissione Grandi rischi non sono “in contrasto – ha precisato il ministro – con quanto riportato dall’ultimo bollettino dell’Osservatorio vesuviano dell’Ingv, secondo il quale, sulla base dell’attuale quadro dell’attività vulcanica, non si evidenziano elementi tali da suggerire significative evoluzioni a breve termine. Il bollettino si esprime sul medio termine, mentre la commissione Grandi rischi, nei limiti delle possibilità di previsione della scienza, delinea possibili scenari in prospettiva, che servono a meglio indirizzare l’azione di prevenzione da parte del governo, e, quindi, del servizio nazionale della Protezione civile”.

“TRA CONDIZIONI VITA NON ESCLUDERE ABBANDONO AREA”

“La popolazione deve essere costantemente informata su eventuali rischi naturali del territorio nel quale vive”, dice nel corso di un’audizione in commissione Ambiente, alla Camera, il ministro della Protezione civile Nello Musumeci, per il quale “vivere e lavorare all’interno di un’area vulcanica attiva come quella dei Campi Flegrei è una condizione che va necessariamente presa in considerazione, sempre”.
Musumeci spiega che bisogna “tenere ferme alcune condizioni. Evitare le aree a rischio immanente o pericoloso. Conoscere il rischio con cui si sceglie di convivere per programmare e sviluppare la vita delle famiglie e delle imprese in modo consapevole. Realizzare gli interventi strutturali appropriati, sapendo che possono ridurre ma non eliminare il rischio di danni anche gravi. Essere pronti a porre in essere quelle misure precauzionali qualora la situazione lo richiedesse, compreso il definitivo abbandono di quelle stesse aree qualora il manifestarsi dei fenomeni dovesse raggiungere intensità incompatibili con la permanenza delle comunità”.

Il ministro dice di voler esprimere “in questa prospettiva di incertezza, un auspicio” e aggiunge: “cerchiamo sempre di non dimenticarci del rischio, ma di partire dal rischio per orientare le nostre scelte, come nazione, verso aree e territori maggiormente adatti. La crescita demografica ci ha spinto a occupare porzioni sempre più estese del nostro territorio, molto spesso anche luoghi che sarebbe stato opportuno non utilizzare”.

“DEFINITA ZONA ROSSA BRADISISMO, NE PARLO CON SINDACI”

“Noi pensiamo di attivare un monitoraggio sulla cosiddetta zona rossa, non del rischio vulcanico, che c’è già, è definita e tutti la conoscono, ma del rischio bradisismico, per la quale la comunità scientifica ha già definito, e questa è una notizia nuova, un perimetro del quale io oggi pomeriggio parlerò con gli amministratori locali”, spiega il ministro della Protezione civile.
“Una volta stabilito il perimetro – ha aggiunto – il governo passerà alla fase esecutiva prevista da uno degli articoli del decreto: accertare la vulnerabilità del costruito, pubblico e privato, all’interno di quella zona rossa bradisismica”.

LA COMMISSIONE GRANDI RISCHI: “ARANCIONE? OGGI NO ELEMENTI CERTI PER CAMBIO”

“Se la commissione avesse ritenuto di dover raccomandare alla Protezione civile un’allerta arancione, lo avrebbe fatto”. Lo ha detto Eugenio Coccia, presidente della Commissione nazionale per la previsione e la prevenzione dei grandi rischi, nel corso della sua audizione alla Camera in Commissione Ambiente sul dl recante misure urgenti di prevenzione del rischio sismico connesso al fenomeno bradisismico nell’area dei Campi Flegrei. “Fare previsioni – ha proseguito – è difficile. Se ci sono elementi per dire oggi che il livello giallo sicuramente andrà a livello arancione, non è così. Che ci sono elementi per intensificare la preparazione ci è sembrato onesto dirlo”.

Coccia ha rimarcato: “Ragionando sul lungo termine c’è abbastanza per poter dire di intensificare il monitoraggio e la preparazione. C’è qualcosa che ci ha fatto alzare il sopracciglio e ci ha fatto dire attenzione monitoriamo più spesso, monitoriamo tutti i parametri e andiamo a prepararci”.

MUSUMECI: RESTA ALLERTA GIALLA, NO ALLARMI

Al termine dell’incontro a Palazzo Chigi con i comuni dell’area e i vertici di Ingv, Musumeci ha chiarito che nella zona dei Campi Flegrei “non c’è allarme, la commissione Grandi rischi conferma l’allerta gialla”. “In questo momento l’allerta gialla è ampiamente confermata”, aggiunge. Il ministro spiega che la zona rossa legata al rischio bradisismo è stata comunque definita e “coinvolge circa 85 mila persone e 15 mila edifici”. Il piano di comunicazione, conclude, “sarà pronto il 27 novembre”.