Le preoccupazioni crescono a causa dell'atteggiamento del Sottosegretario verso l'editoria cooperativa e non profit in Italia. Inizialmente c'erano rassicurazioni sul suo impegno a preservare la libertà e l'autonomia degli editori puri come le cooperative giornalistiche. Tuttavia, negli ultimi mesi, tutte le misure sono state rivolte ad incrementare le risorse destinate ai grandi gruppi editoriali, limitando al massimo, ed addirittura escludendo da diversi tipi di intervento, le cooperative e le imprese non profit". Così, in una nota, Eugenio Fusignani, presidente del settore cultura di Aci. E c'è un novità degli ultimi giorni, aggiunge Fusignani: "Nella finanziaria il Governo ha presentato una vera e propria riforma dell'editoria che il Parlamento è tenuto praticamente ad approvare senza alcuna discussione di merito. Una riforma che non contiene mai il termine cooperativa giornalistica, impresa senza fine di lucro, una riforma lontana da qualsiasi volontà di preservare l'autonomia dell'informazione dagli interessi dei grandi gruppi economici del Paese. Una riforma pensata per tutelare le imprese di maggiori dimensioni. Ma la cosa che più ci lascia sconcertati è che la riforma dell'editoria viene completamente delegata al Governo, escludendo il Parlamento da qualsiasi discussione o dibattito su un tema centrale per la democrazia: il pluralismo nell'informazione. La delusione è ancora maggiore vista la sensibilità che questo Governo aveva sempre dimostrato per l'editoria cooperativa, non profit e di prossimità". Molto amareggiato è anche il commento di Roberto Paolo, presidente della "File" (Federazione Italiana Liberi Editori): "Il sottosegretario Barachini si è insediato un anno fa. Ci siamo presentati subito, presentammo una piattaforma di proposte sui contributi diretti all'editoria che potesse servire da base di discussione per un confronto. Da un anno aspettiamo di incontrarlo ma non risponde ai nostri solleciti. Sarà troppo impegnato. A fare cosa non è dato sapere, visto che non ha avanzato uno straccio di idea sull'argomento. Ma è grave che nei giorni scorsi, senza confrontarsi con nessuno degli stakeholder, Barachini abbia proposto un articolo nella legge di bilancio che in sostanza delegifica la disciplina del settore, sottraendo al Parlamento la competenza sulla delicatissima materia del pluralismo e rimandando invece, da qui in poi e per sempre, la regolamentazione dei contributi all'editoria al Governo di turno, che potrà agire con propri regolamenti senza passare per i rappresentanti dei cittadini. È un colpo di mano ai limiti della legittimità costituzionale, su cui ci auguriamo intervenga per sventarlo il Presidente della Repubblica, da sempre attento custode dei valori del pluralismo e della democrazia".