Luca Ventre portato fuori dall'Ambasciata

di MATTEO FORCINITI

Il secondo anno del mandato dell’ambasciatore Giovanni Iannuzzi in Uruguay si apre nel peggiore dei modi: il primo gennaio Luca Ventre, un cittadino italiano di 35 anni, muore misteriosamente dopo aver scavalcato il cancello dell’Ambasciata. Iannuzzi si ritrova tirato in ballo in un polverone mediatico senza precedenti che porta un’inaspettata visibilità su un caso di cronaca nera. Diametralmente opposta è stata poi la ricostruzione dei fatti dal punto di vista giudiziario con la magistratura uruguaiana che ha escluso qualsiasi responsabilità delle persone coinvolte mentre per la Procura di Roma si è trattato di un vero e proprio omicidio rimasto al momento impunito solo perché il poliziotto uruguaiano autore del placcaggio non è mai stato presente nel territorio italiano per poter essere giudicato.

Aldo Lamorte e Alberto Amadei, giugno 2021 (foto da Facebook)

 

 

 

A distanza di quasi tre anni rimangono solo tanti misteri irrisolti e l’angoscia di una famiglia. Quali responsabilità ha avuto l’Ambasciata italiana di Montevideo nel caso Ventre? Qual è stata la posizione dell’ambasciatore Giovanni Iannuzzi e dei suoi stretti collaboratori? Sono state fatte le giuste pressioni nei confronti della magistratura locale?

E poi ancora, chi ha dato l’ordine di far entrare quel giorno il poliziotto all’interno della sede mentre l’uomo stava andando via pacificamente, senza alcun pericolo reale come dimostrano i video? 

Fin da subito i familiari della vittima hanno chiamato in causa l’Ambasciata accusata di essere pesantemente coinvolta nella vicenda e ritenuta “la principale responsabile dei fatti avendo anche volutamente ostacolato la ricerca della verità con silenzi e bugie” perché “il loro unico interesse era togliersi un morto dalla propria sede”.

Al di là degli aspetti penali questa vicenda in Uruguay ha dimostrato una falla enorme nella sicurezza che si è cercato inutilmente di tappare con l’arrivo di un carabiniere italiano. Non solo, il trattato di cooperazione giudiziaria tra i due paesi è rimasto lettera morta come hanno ammesso le stesse autorità.

Ma nel 2021 non c’è solo una morte misteriosa da ricordare. L’ambasciatore Iannuzzi si macchia anche di un vile attacco alla libertà di informazione accompagnato da una grossolana giravolta. Il fatto in questione ci riguarda personalmente ma merita di essere raccontato perché riguarda tutti dato che stiamo parlando di un valore universale.

Il 28 febbraio del 2021, in occasione del ritorno in cartaceo di Gente d’Italia con El País, l’ambasciatore sostiene in un’intervista da noi pubblicata: “Do il bentornato nelle edicole a Gente d’Italia. Si tratta di un momento felice, perché la voce raccolta direttamente nella comunità italiana, l’informazione ampia con una finestra aperta in particolare sull’attualità italiana, arricchiscono la presenza dell’Italia in Uruguay e nella correttezza rendono un servizio utile e apprezzato al nostro Paese....”.

Pochi mesi dopo, misteriosamente, ecco il dietrofront: nella relazione inviata al Dipartimento per l’Editoria Iannuzzi scrive che questo giornale non rende un servizio utile e apprezzato al nostro Paese ed è divisivo all’interno della collettività nonostante i numerosissimi messaggi di solidarietà che dimostrano il contrario. La relazione dell’ambasciatore censore ha l’unico scopo di far bloccare i contributi dello Stato italiano, il vero grande obiettivo portato avanti insieme all’amico Aldo Lamorte è quello di far tacere per sempre la voce di un organo di informazione scomodo che ha raccontato i fatti senza asservirsi alla propaganda istituzionale.

Mentre cerca di mettere il bavaglio alla stampa, l’Ambasciata di Iannuzzi prosegue spedita il piano per la costruzione del nuovo ufficio consolare utilizzato per la campagna elettorale del Maie (Movimento Associativo degli Italiani all’Estero). La spesa prevista è di due milioni di dollari nel bel mezzo della crisi provocata dalla pandemia.

Nel marzo del 2021, per l’affidamento dei lavori, viene scelta la ditta Ciemsa (Construcciones e Instalaciones Electromecanicas S.A.) che si aggiudica il secondo bando nel silenzio più assoluto. A metà giugno del 2021 finalmente si parte con i lavori celebrati con l’immancabile selfie del solito Lamorte, un’altra immagine-simbolo di questo periodo nefasto.

L’euforia di politici e diplomatici si scontra con la realtà dei fatti in un momento molto delicato per i servizi consolari dovuto all’emergenza dei turni che si sta facendo sempre più pesante. Nel frattempo gli affari degli intermediari che vendono gli appuntamenti vanno a gonfie vele: in questo periodo una data all’ufficio consolare può arrivare a costare fino a 500 dollari, un insulto ai diritti dei cittadini.

Oltre al diritto alla cittadinanza negato il 2021 segna anche la discriminazione degli italiani vaccinati in Uruguay senza Green Pass che nel loro paese vengono considerati una minaccia per la salute nazionale nonostante i numeri dei contagi del paese sudamericano siano abbastanza tranquilli. Per diversi mesi i connazionali vaccinati con tre dosi (due Sinovac più una Pfizer) non possono ottenere il certificato verde, di conseguenza il loro soggiorno in Italia è caratterizzato da quarantena, divieti e limitazioni di ogni tipo che arrivano a toccare anche l’ambito lavorativo. L’umiliazione finisce a novembre con una circolare del Ministero della Salute costretto a intervenire per regolarizzare la posizione dei lavoratori dell’Est Europa.

Così com’era cominciato, anche il finale di questo 2021 è un disastro con le elezioni del Comites e lo scandalo dello spoglio

Complice anche una campagna di diffusione mediatica assente, l’affluenza al voto è oscena con 4691 iscritti e 3624 plichi votati restituiti. Mille voti scompaiono nel nulla, un quarto del totale, una cifra enorme su cui nessuno fornisce una spiegazione. A ciò si aggiunge addirittura uno scrutinio segreto dato che Gente d’Italia viene incredibilmente impedito di accedere allo spoglio. Questo nuovo attacco alla libertà di informazione provoca l’intervento della Federazione Nazionale della Stampa Italiana che nel suo comunicato denuncia: “Quello che è accaduto a Montevideo è gravissimo e inaccettabile”.

Purtroppo non sarà l’ultima volta.

per ripulirsi l’immagine dalle numerose magagne commesse in questo agghiacciante 2021 l’Ambasciata di Iannuzzi decide di servirsi di un piano di comunicazione istituzionale arrivando a spendere la modica cifra di 15.500 dollari. Ufficialmente, questo fiume di denaro pubblico viene elargito per un “servizio di comunicazione strategica, diffusione e stampa dei diversi eventi di promozione dell’immagine dell’Italia in Uruguay” nonostante l’esistenza di un servizio stampa del Ministero degli Esteri e nonostante le pubblicazioni gratuite dei comunicati istituzionali apparsi su questo giornale.

Mentre il panorama si fa sempre più scoraggiante la propaganda di Iannuzzi avanza, il marketing trionfa.

Fine seconda parte - Continua

Prima parte: Il 2020, dall’emergenza perenne della pandemia agli italiani bloccati