di BRUNO TUCCI
Si chiedono in molti: alla fine Abubaka Soumahoro si dimetterà o no? La Camera deciderà di liberarsene? Per quale ragione dovrebbe lasciare il suo scranno in Parlamento?
La risposta la fornisce la Corte d’appello di Bologna: per alcune irregolarità nelle spese elettorali, circa 12 mila euro. Su questa vicenda il deputato tace, nemmeno una parola. Mentre scoppiò lo scandalo che coinvolse sua moglie e sua suocera, la lingua di Abubakar si sciolse. Come le sue lacrime. Piangeva quando si trovò dinanzi alle telecamere. “Di questa storia non so nulla, ero completamente all’oscuro di tutto”, disse asciugandosi il viso.
Come sia finita è arcinoto per il momento. La consorte e la mamma sono state prima indagate e poi arrestate (ai domiciliari). Alla prima tegola se n’è aggiunta una seconda per le indagini della magistratura di Bologna. Si difende come allora il nostro? No, non parla con nessuno di una storia che è finita in Parlamento perché i giudici emiliani hanno chiesto agli inquilini di Montecitorio di sospenderlo in via cautelativa.
Alt, facciamo un passo indietro di qualche anno. Ritorniamo al mese di marzo del 2015 quando si scoprì (un delatore?) che il figlio dell’allora ministro Maurizio Lupi aveva ricevuto in regalo per la sua laurea un Rolex d’oro del valore di diverse migliaia di euro (C’è chi disse addirittura 350, ma non è provato). Quando la notizia diventò di dominio pubblico si scatenò il finimondo. Si puntò il dito contro il ministro, “reo” di aver accettato un presente così costoso. Per giorni e giorni, il nome di Lupi apparve sulle prime pagine dei giornali fin quando un giorno si presentò in aula a Montecitorio e si dimise. Dinanzi ai suoi stessi nemici confessò: “Si, probabilmente ho fatto uno sbaglio a non dire a mio figlio di rifiutare il Rolex”.
Sono passati anni, ma rispetto a quel che è accaduto di recente questa sembra solo una barzelletta. Con la moglie e la suocera di Soumahoro recluse in casa per colpe assai più gravi, ecco aprirsi anche per “il deputato con gli stivali sporchi di fango e il pugno alzato” una parentesi per nulla piacevole. Quanto sono lontani i tempi in cui in Parlamento esclamò ai tanti presenti in aula: “Porto questi stivali perché sono gli stessi che hanno calpestato il fango della miseria.
Per rappresentare sofferenze, desideri, speranze. Chi lo aveva aiutato a vincere le elezioni guardava soddisfatto la scena e si compiaceva. Adesso che cosa rispondono i due fan di Soumahoro, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli? Silenzio assoluto: bocche cucite e divieto di parlare. Hanno solo convinto il loro idolo di autosospendersi e di rinunciare così ai lavori in aula senza perdere la poltrona da deputato.
Il caso è finito in Parlamento perché così hanno chiesto i magistrati emiliani. Abubakar che ha lasciato l’alleanza di sinistra per iscriversi al gruppo misto è ancora in attesa di giudizio, perché la Camera non se l’è sentita di allontanarlo dal Parlamento per un motivo semplice: “Non possiamo farlo prima della fine delle indagini”.
Sarebbe un fatto gravissimo. Un precedente assai pericoloso per tutti i Parlamentari, nessuno escluso. Domanda impertinente: come mai questa cautela non ci fu quando Lupi fu messo alla berlina per un regalo al figlio appena laureato?