Apochi giorni dal ballottaggio per le elezioni presidenziali dell'Argentina anche la regione iberoamericana si divide sul sostegno all'esponente del peronismo moderato, Sergio Massa, o all'ultraliberista, Javier Milei.
Nelle ultime ore si sono espressi a favore di Massa e contro il presunto pericolo per la stabilità democratica dell'Argentina rappresentato da un eventuale governo di Milei, i presidenti di area progressista del Brasile, del Messico, e della Colombia, così come anche il capo di governo spagnolo, Pedro Sanchez e l'ex presidente uruguaiano Pepe Mujica.
Pur senza citare apertamente Massa, il brasiliano Lula ha chiesto "al popolo argentino di pensare al momento del voto a che tipo di Sudamerica vuole".
Secondo Lula, "è necessario un presidente a cui piaccia la democrazia, che rispetti le istituzioni e che ami il Sud America".
Il messicano Lopez Obrador ha preso spunto dalla lettera di sostegno a Milei firmata dagli ex presidenti Vicente Fox e Felipe Calderon e li ha accusati di parteggiare per "un fascista".
Dalla Colombia, Gustavo Petro, afferma che "in Argentina non si decide solo il futuro del suo popolo" ma dell'intera regione e che "Milei rappresenta la barbarie di Pinochet e Videla".
Il carismatico ex presidente uruguaiano Pepe Mujica si è pronunciato a sua volta affermando che se potesse voterebbe Massa "con tutte e due le mani".
Un forte sostegno al candidato peronista è arrivato anche dal presidente del governo spagnolo Pedro Sanchez.
"Gli argentini dovranno scegliere tra due progetti opposti di Paese (...) quello di Massa punta sulla convivenza democratica e sullo sviluppo sociale inclusivo", ha detto.
In precedenza una lettera firmata da ex presidenti dell'area conservatrice riuniti nel Gruppo Libertà e Democrazia manifestava invece il sostegno a Milei sostenendo che "l'unica via d'uscita per l'Argentina è con la libertà politica ed economica, il rispetto dello stato di diritto e della proprietà privata e con le regole del gioco della democrazia liberale".